La Sacra Scrittura di domenica 25 febbraio

Il commento di don Michele Mosa. «Fu trasfigurato davanti a loro»

                          Di Don Michele Mosa

 

“La sorgente ben so che emana e scorre, /anche se è notte.

1 – Quella fonte eterna sta nascosta, ma io so ben dove sta riposta, /anche se è notte.

2 – Sua origine non so, ché non ne ha, ma ogni origin so che da essa viene, /anche se è notte.

3 – So che esister non può cosa sì bella, e cielo e terra bevono di quella, /anche se è notte.

4 – So che suolo in essa non si trova, e che nessuno di guardarla prova, /anche se è notte.

5 – La sua chiarezza mai viene offuscata, ed ogni luce so che è da lei venuta, /anche se è notte.

6 – Così abbondanti son le sue correnti, che inferno, cielo irrigano e le genti, /anche se è notte.

7 – Il ruscello che nasce dalla fonte, so ben essere capace e onnipotente, /anche se è notte.

8 – La vena che da queste due procede so che da nessuna di esse è preceduta, /anche se è notte.

9 – Codesta fonte eterna sta nascosta in questo vivo pan per darci vita, /anche se è notte.

10 – Qui se ne sta, chiamando le creature, che dell’acqua si sazian anche se al buio/ perché è notte.

11 – Cotesta viva fonte che io bramo, in questo pane di vita io la vedo, /anche se è notte”.

(San Giovanni della Croce)

 

«E apparve… Venne una nube e dalla nube uscì una voce… E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro». Sceneggiatura da Oscar. Eterno movimento fra luce e ombra, fra notte e giorno. Tra cercare e trovare. O, per stare alla pagina di oggi, fra la comunità e la solitudine. Fra il vedere e la nube. Fra la storia e il presente. Che Giovanni della Croce racconta nella poesia che vi ho proposto e che trova il suo punto focale nella notte che sempre ti assale, improvvisa e puntuale. A ricordarci che non sei mai arrivato. Che non puoi smettere di cercare. Che il miglior modo di essere cristiano è l’atteggiamento di Maria: osservare, ricordare, meditare. Tre azioni che potremmo anche declinare così – diventando per noi un programma di vita: Incoraggiamo desideri, accendiamo sogni invece che soffocare speranze. Apriamo sentieri, condividiamo cammini, proponiamo progetti di vita nuova invece di spegnere entusiasmi e tarpare ali. Guardare l’orizzonte, anzi oltre l’orizzonte invece di rimpiangere il passato. Sfidare l’immobilismo dello status quo rischiando delusioni, arrabbiature, momenti di sconforto. Affidarsi ai giovani, renderli protagonisti invece che guardarli con sospetto e farli oggetto di critica e rimprovero. Troppa nostalgia di passato, troppo odore di vecchio, troppa muffa nelle nostre chiese (Chiese): come potremo trasfiguraci? Come accoglieremo questa evangelica provocazione?