La Sacra Scrittura di domenica 3 dicembre

Il commento di don Michele Mosa. «Giungendo all’improvviso»

Di Dio che viene all’improvviso. Di Dio che ti coglie sempre di sorpresa. Lo sanno bene i concittadini di Noè che il diluvio colse distratti dai loro affari. Lo sanno bene i pastori di Betlemme sorpresi da un annuncio inatteso. Lo sanno benne le vergini che sono svegliate dal grido “ecco lo sposo”. Non si tratta di fare del male, si tratta molto più semplicemente di essere come i bambini: capaci di lasciarsi sorprendere. All’improvviso non è sinonimo di spaventare, tutt’altro. Improvviso è consapevolezza che di Dio noi poco sappiamo. E molto presumiamo di sapere. Scriveva, nel suo Diario, Faustina Kowalska: «Ma per ascoltare la voce di Dio, bisogna avere la quiete nell’anima, ed osservare il silenzio: non un silenzio tetro, ma il silenzio interiore, cioè il raccoglimento in Dio» (I, 26.X.1934). Un anno più tardi, presa dal dubbio che tutto fosse una menzogna o un’illusione, ricevette dentro di sé la seguente risposta: «All’improvviso sentii nel mio intimo una voce forte e chiara: «Tutto quello che dici della mia Bontà è vero»” (1, 10.I.1935). Sorpresa è il mistero della vita: l’aspetti per nove mesi ma vederlo è lasciarsi cogliere all’improvviso. Credo sia questo il senso dell’Avvento. Prepararsi a un incontro che ti coglierà di sorpresa. Andare incontro a Qualcuno che arriverà all’improvviso. Avvento è allora ritrovare occhi e cuore di bambino: gli adulti, come noi, difficilmente incontro Gesù bambino; loro, anzi noi, abbiamo altri interessi. Penso a come Alberto Sordi raccontava il suo primo affacciarsi in piazza San Pietro: «Avevo quattro anni quando vidi per la prima volta San Pietro e fu proprio per il Giubileo del 1925. Ero in compagnia di mio padre, venivamo da Trastevere, dove ero nato in via San Cosimato e dove vivevo con la mia famiglia. Arrivammo percorrendo i vicoli, che poi furono distrutti, di Borgo Pio: un ammasso di casupole, piazzette, stradine. Poi, dietro l’ultimo muro di una casa che si aprì come un sipario, vidi questa immensa piazza. Il colonnato del Bernini, la cupola. Un colpo di scena da rimanere a bocca aperta. Ecco, quello che ricordo di più di quel Giubileo fu questa sorpresa». All’improvviso la bellezza. All’improvviso Gesù bambino. Prepariamoci in questo Avvento e facciamolo con intensità, ma prepariamoci a lasciarci sorprendere. Dio è sempre una sorpresa, altrimenti non sarebbe Dio.

Don Michele Mosa