La Sacra Scrittura di domenica 3 settembre

Il commento di don Michele Mosa. «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai».

Cosa c’è in gioco? Credo sia in gioco – anche se è difficile ammetterlo – la MIA idea di Dio. La MIA immagine di Dio. Si sta rovesciando il Bereshit dell’inizio: non sono più Io l’immagine di Dio ma Dio è ormai diventato la mia immagine. E andare a Gerusalemme per morire crocifisso non è da Dio, non è per quel Dio che mi sono costruito. Non voglio dire che l’intervento, la reazione di Pietro non sia umana e comprensibile: non può permettere, non può lasciare che il suo Maestro venga ucciso (lo difenderà con la spada); la reazione di Pietro è fin troppo umana e diventa diabolica: pensare secondo ideologie umane è schierarsi dalla parte del demonio. Stai difendendo Gesù, il Figlio del Dio vivente o la tua idea di Messia? Stai difendendo il Maestro o te stesso? Mi sembra che qui stia il problema: Dio o l’idea di Dio? Il Dio che si rivela a Mosè e a Elia, che Pietro incontra sul Tabor è il Dio che non puoi possedere. Non puoi rinchiuderlo in un’idea o in uno schema. Non è riconducibile a una formula filosofica o teologica: “Ehyeh asher ehyeh” non vale “Io sono colui che sono” ma “Io sarò ciò che sarò”, cioè sono indefinibile, sempre da cercare, mai conosciuto fino in fondo (per questo non pronuncerai il mio nome ma sarò Ashem, il Senza nome). La Croce è la prova più evidente di questa destabilizzazione teologica, mistica: Dio sfugge sempre alla tua comprensione. Non si lascia intrappolare dalla tua teologia. Difendere Dio diventa difendere la mia idea di Dio e porta, inevitabilmente, alla crociata. Ideologia è guerra di religione, Dio è molteplicità e dialogo. Pietro lo capirà e pagherà caro questa sua conversione: più dentro la Chiesa – pensate all’episodio del battesimo di Cornelio – che fuori. Ma quella conversione lo porterà a essere capace di confermare nella fede i fratelli e le sorelle. Fede è cammino, continua scoperta, conversione quotidiana. Religione è dogma, gabbia chiusa, lamento, sguardo sul passato. Io, per parte mia, scelgo la fatica della fede. Tu?

 

Don Michele Mosa