La Sacra Scrittura di domenica 26 giugno

Il commento di don Michele Mosa. «Cristo ci ha liberati per la libertà»

Cristo, liberati, libertà: tre parole, un’unica idea. Un unico progetto. Un progetto “da Dio”, letteralmente. Che nasce dalla croce.Paradosso veramente paolino: lo aveva detto anche ai Corinzi: celebrare l’Eucaristia annuncia la morte del Signore. Del resto, l’Apostolo una sola cosa conosce e quella sola annuncia: Cristo crocifisso, sapienza di Dio che salva l’uomo. La libertà, quella che il Figlio di Dio ci dona, affonda le sue radici nella morte in croce. La libertà è allora un dono. Un dono d’amore. Un dono che chiede di essere donato: se interrompi questo ciclo vitale, la libertà si trasforma in schiavitù. Noi, nella migliore delle ipotesi, pensiamo la libertà come un essere sciolti dai vincoli, materiali – vado dove voglio, mangio ciò che voglio… – e spirituali – libertà di pensiero, di opinioni… – per poter costruire qualcosa: libertà da, libertà per. Paolo ci dice che Cristo ha fatto della libertà il dono di chi non si chiude in se stesso. Libertà è l’altro nome dell’amore. Il vero nome dell’amore. Per amare devi essere libero. Per essere davvero libero, devi aver il coraggio di amare. Di dare. Sì, perché dare è l’unico modo di vivere l’amore. Amare è dare. E questa è la croce. E la libertà che viene a noi dalla croce, dal Crocifisso è quella di amare. E di donare. Cristo, liberare, libertà. Tre parole, un unico progetto.

 

Don Michele Mosa