La Sacra Scrittura di domenica 5 luglio

Il commento di don Michele Mosa. «Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene»

Immerso nella morte sei rinato nello Spirito: e battezzato vivi la vita dell’uomo nuovo. Hai superato la logica della Legge, logica che si lega al peccato e porta alla morte: «Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte”. I rabbini del tempo di Paolo sostenevano che l’uomo è conteso da due inclinazioni che lo trascinano in direzioni opposte. Quella buona si manifesta soltanto all’età di tredici anni; quella cattiva invece è presente fin dal concepimento ed esercita il suo potere sin da quando l’uomo è in embrione. Per contrastarla suggerivano un antidoto: occuparsi della Torah, della Legge di Dio. “Se una tentazione spregevole vi viene incontro – insegnavano ai discepoli – conducetela fino alla casa dove si studia la Torah e sarà resa innocua”. Paolo invece sposta l’asse dall’uomo, dalla sua capacità di osservare la Legge all’azione dello Spirito: il primato è di Dio. È come se ci dicesse: per essere di Cristo devi lasciare che ad agire sia Dio stesso. Intendiamoci: tu non sei una marionetta. Non sei destinatario di un lavoro portato avanti da altri. Non sei passivo. Il “sia fatta la tua volontà” non è un’abdicazione al tuo essere uomo o donna, non è un mettere da parte i tuoi desideri e i tuoi sogni. È piuttosto il saper riconoscere che lo Spirito non solo ti accompagna ma ti precede. Apre il cammino. Del resto l’apostolo dirà che se lo Spirito non abita in noi non sapremmo neppure cosa chiedere al Padre. Anzi: lo chiamiamo Padre proprio perché lo Spirito prega in noi. Scrivo nella festa di San Pietro. La sua professione di fede, il suo riconoscere Gesù come Cristo non viene dalla sua frequentazione del Maestro, dal suo stare con Lui ma dal Padre che nello Spirito gliel’ha rivelato. Dobbiamo imparare a chiedere al Padre ogni giorno il dono dello Spirito. Dobbiamo imparare a essere più aperti al Cielo per aprirci alla Terra.

 

Don Michele Mosa