La Sacra Scrittura di domenica 16 aprile

Il commento di don Michele Mosa. «Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo».

Gemello a chi? – potrebbe rispondere Tommaso. E qui ognuno può dare la sua risposta. Gemello di Cristo – come leggiamo negli Atti di Tommaso: «Fratello gemello di Cristo, apostolo dell’Altissimo». (Ricordo, per dovere di completezza, che Agostino di Ippona attesta che i manichei – setta della quale aveva fatto parte – conoscevano questo testo apocrifo; cfr “Contra Faustum”, XXII, 79). La tradizione gnostica riteneva che Tommaso fosse fisicamente identico a Gesù – gemello, appunto – e precisava, riferendosi a quello stesso testo, che era stato «partecipe della parola nascosta del datore di vita e recettore dei misteri segreti del Figlio di Dio» (At. Tom., 39). Giovanni ci dice che Tommaso è il “gemello spirituale” di Gesù, se così si può dire. È il suo alter ego. È l’unico disposto a morire al fianco di Gesù. Quando questi va a Gerusalemme per resuscitare Lazzaro, e gli dicono: «Ma lì ti vogliono uccidere», Tommaso interviene: «Andiamo anche noi a morire al suo fianco». È coraggioso. Sfida anche la morte. Ama davvero Gesù. (…) È un amore che conosce un limite invalicabile, quello di Tommaso: la morte. Ma Gesù non muore, torna al Padre. Quello che più spesso sentiamo – credo anche da molti che oggi commentano a Messa questa pagina – è che Tommaso sia nostro gemello e citeranno Gregorio Magno: «Maria Maddalena, così pronta nel credere, non mi è stata utile quanto Tommaso, che fu tanto lento». Anche a me piace pensare a Tommaso come il fratello gemello che non ho (intendiamoci mia sorella è un grande dono!): è il fratello che mi insegna ogni giorno l’onestà intellettuale della ricerca, del confronto e perfino del saper cambiare idea. Tommaso non è il discepolo assente, è il discepolo che non si appiattisce sulle idee della maggioranza, che non si schiera per opportunismo con l’opinione pubblica, che sfida perfino la paura; lui è il discepolo che usa la sua testa e lo fa con coraggio. Indaga, cerca e quando trova ha il coraggio e l’onestà intellettuale di gridare il pitagorico Eureka/ho trovato passando dalla ricerca alla fede, fede che cerca non fideismo però. Una fede che parte dalla tua ricerca e approda alla comunità: «otto giorni dopo, c’era anche Tommaso». Ecco perché Tommaso è mio fratello gemello: perché mette in gioco tutto se stesso nella ricerca e scopre che da solo non vai a nessuna parte: Cristo è nella Chiesa, nell’umanità, nella creazione. Grazie fratello mio. Continua a camminare al mio fianco.

 

Don Michele Mosa