La Sacra Scrittura di domenica 4 dicembre

Il commento di don Michele Mosa. “Questo Giovanni cosa vuole dagli altri? E cosa vorrà dire: battezzare in Spirito Santo e fuoco?”

Da solo nella sua tenda continuava a rivedere quella scena. Un centurione è nato per combattere. Per fare la guerra. Ve lo immaginate: in piedi in riva ad un fiume fare la guardia a un gruppo di ebrei che si mettono in fila per farsi battezzare – come dicono loro – da uno che immerge gli uomini e le donne nell’acqua? Tempo perso. Ma quelli erano gli ordini: controllare avendo cura di farsi vedere da tutti: Roma non si fidava degli ebrei, irriducibili rivoluzionari in nome del loro dio. Altra stranezza di questo popolo: un solo Dio, un solo Tempio ma tanti profeti e troppi sacerdoti. Certo che quell’uomo davanti al quale tutti si inchinavano era strano, o forse era solo davvero un profeta. Urlava contro tutti, prometteva punizioni e vendetta in nome del suo Dio. E non aveva paura di nessuno, nemmeno dei capi, anzi sfidava farisei e dottori che apostrofava come “Vipere” e minacciava di morte. E io, che avevo combattuto contro i Galli e i Traci, che era stato due volte in punto di morte, non sapevo cosa fare (…). Ascoltavo le sue parole: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo» e mi chiedevo: cosa vuole da questi? E cos’è la conversione? Ora, che gli dèi possano trasformare gli uomini in pietre lo sapeva ma che dalle pietre nascessero gli uomini non l’aveva mai sentito: che religione questa ebraica e che dio questo YHWH! Meglio Giove e Apollo. Meglio pregare gli antenati e servire Tiberio. (…) E poi, se io faccio i riti e i sacrifici come è prescritto nei libri sacri, gli dèi mi proteggono. Questo Giovanni – così si chiamava quell’uomo – cosa vuole dagli altri? E che dio annuncia? Non basta il governatore a punirci? Non basta un imperatore davanti al quale piegarsi? No, al governatore non obbedisco, non accetto l’imperatore però mi piego davanti a un pazzo vestito di pelli di cammello: chi li capisce questi ebrei è bravo. Forse capire non è un mio compito: io sono nato per combattere. Eppure, c’è una cosa che qualcuno mi dovrà spiegare prima o poi: chi è colui che viene dopo di lui? E cosa vorrà dire: battezzare in Spirito Santo e fuoco? Mi sa che deve stare all’erta perché qui ci scappa una rivolta. Sono pazzi questi ebrei!

Don Michele Mosa