La Sacra Scrittura di domenica 27 novembre

Il commento di don Michele Mosa. «Veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa»

Da questo numero de “il Ticino” don Michele Mosa propone un’interpretazione in chiave “attuale” del Vangelo, che offriamo anche alla lettura di chi ci segue sul nostro sito.

 

Questa volta era successo a lui, proprio a lui. Eppure, aveva preso ogni precauzione: aveva messo le inferriate alle finestre, la porta blindata all’ingresso, l’allarme e perfino le telecamere. Aveva ragione Carolina, la sua compagna: tanto se vogliono te la fanno lo stesso. E l’avevano fatto. La casa era sottosopra: cassetti rovesciati, armadi aperti, sedie rovesciate e i libri, tutti buttati per terra. Chissà cosa pensavano di trovare in casa di un povero professore di liceo… non aveva neanche la cassaforte. E non usava contanti da anni ormai. I vicini di casa? Lasciamo perdere: quelli sanno tutto di te, anche a che ora vai in bagno ma oggi pomeriggio erano andati a fare la spesa – o almeno così avevano detto alla polizia. “È un mondo di ladri” – aveva ragione suo padre. Che poi canticchiava la canzone di Vendetti: “in questo mondo di ladri, ta ta ta”. Ladri… Ladro il governo, ladri gli industriali, i commercianti poi non ne parliamo. Ladro – gli venne in mente il suo parroco, che lo ripeteva continuamente – ladro perfino Dio. “State attenti, non fate i furbi con Dio – ripeteva sempre – verrà come ladro e sorprenderà tutti. Pregate e fate i bravi: non vi avvisa, prima di venire”. Ladro anche Dio. Per fortuna non andava più in chiesa e con quel Dio non aveva più niente a che fare: prima ti dicono che è Padre, ti insegnano il Padre nostro, poi scopri che è un ladro. Il Dio cristiano. Meglio essere buddisti, come Carolina che faceva yoga due volte la settimana. Anzi meglio essere atei. E se fosse, come ripeteva alla noia Carolina, il karma? Ma io non ho fatto male a nessuno, cosa c’entra il Karma? Faccio una vita normale: casa e lavoro, lavoro e casa. E poi non sono buddista… Sono cristiano. A mio modo, ma lo sono. Non vado in chiesa. Non prego mai. Però faccio volontariato. E mando l’offerta – come mia nonna – a “Frate Indovino”. Perché sono venuti proprio a casa mia? E se fosse un messaggio di quel “ladro” di Dio? O forse è solo perché piove: piove, governo ladro!

“Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”.

 

Don Michele Mosa