La Sacra Scrittura di domenica 23 ottobre

Il commento di don Michele Mosa. «Ho combattuto la buona battaglia. Ho terminato la corsa. Ho conservato la fede»

Al dire degli esegeti, queste parole di Paolo al discepolo prediletto Timoteo sono il suo testamento autobiografico. Un testamento che si esprime in immagini:

  • la lotta, esteriore e interiore, che ha caratterizzato tutta la vita dell’apostolo;
  • la strada, una corsa senza soste, se si eccettuano i periodi trascorsi in prigione;
  • le vele sciolte, perché la morte non è la fine di tutto ma il ponte verso nuove mete e più spettacolari orizzonti.

Due sole cose vorrei sottolineare, le cose che mi hanno colpito e mi fanno riflettere sulla mia missione – missione che del resto condivido non solo con gli altri presbiteri ma con tutti i battezzati – di apostolo e testimone di Cristo: la corse e la fede. Come se Paolo volesse ricordarmi(ci) che la tua corsa, il tuo darti da fare deve nascere dalla fede e che, d’altra parte, se la fede non si fa spinta ad andare sulle strade muore. Come scriveva Giovanni Paolo II nell’enciclica “Redemptoris Missio”: “La fede si rafforza donandola! (n. 2)”. Ecco allora il verbo analysis che in greco rimanda sia al gesto di sciogliere le vele perché la nave possa salpare verso il mare aperto (“duc in altum”, prendi il largo: le ultime parole consegnate da Giovanni Paolo II alla Chiesa) sia il levare le tende perché la carovana, la tribù possa riprendere il viaggio alla ricerca di nuovi pascoli. Affascinante poi il modo con cui Paolo esprime tutto questo: in greco questa frase è in rima: “Tòn drómon tetéleka, tèn pístin tetéreka”, come se l’apostolo volesse che la imparassimo a memoria così da diventare anche il nostro testamento: “ho combattuto la battaglia, ho conservato la fede”. Paolo non ricorda nessuna sua opera, non rivendica nessun suo merito; solo si affida alla misericordia del suo Signore: è lui la sua speranza. La sua “ricompensa”. Lo sguardo ormai è proteso oltre la storia, quando sorgerà l’aurora dell’“epifania” del Signore. Vale davvero la pena a pochi giorni dalla memoria dei nostri cari riflettere su queste parole dell’Apostolo Paolo: la loro corsa, le loro battaglie, la loro fede.

 

Don Michele Mosa