La Sacra Scrittura di domenica 3 agosto

Il commento di don Michele Mosa. “Uno della folla disse a Gesù: ‘Maestro, dì a mio fratello che divida con me l’eredità’ ”

 Di Don Michele Mosa

 

 E siamo alle solite: suggeriamo a Dio ciò che deve fare. È da sempre così. È la logica (perversa) della religione: prego perché Dio esaudisca i miei desideri. Porti a compimento i miei progetti. Valeva per i “pagani”, vale per i cristiani, vale per tutti i religiosi, purtroppo. Sembra che non riusciamo a uscire da questa logica già stigmatizzata e condannata da Isaia: “Chi ha diretto lo spirito del Signore e come suo consigliere lo ha istruito? A chi ha chiesto di consigliarlo, di istruirlo”. E da Paolo: “chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere?”. Gesù – e questo mi stupisce – non critica questo modo di fare, piuttosto offre uno sguardo nuovo su Dio: “O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?”. Dio non è Mosè che sedeva a giudicare le liti da condominio degli schiavi usciti dall’Egitto. (Come non risentire le parole di Papa Francesco: “E chi sono io per giudicare?”). Giudicare: il nocciolo di questa pagina di Luca. Giudicare, meglio: discernere. Valutare ciò che è meglio per la tua vita. “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!”. Allargare i magazzini diventa allungare la vita: più ho, più vivrò – a lungo e nella prosperità. Io. Il centro del mondo. L’illusione che distrugge. In teoria il ragionamento non fa una piega: io so cosa fare. Io lo so fare. Io lo farò. C’è solo un piccolo problema: io non sono il mondo. Stanotte morirai e che ne sarà delle tue ricchezze? Non è una minaccia né un ricatto, è la saggezza di chi ci ricorda che la bilancia ha due piatti e tu finora hai guardato solo al tuo (forse perché più vicino). Osserva bene: vedi oltre il tuo naso? Potrei citare i bambini di Gaza – e mi fermo perché non ho intenzione di scadere nel moralismo, tanto sappiamo bene tutti cos’è la fame nel mondo. Mi limito a riprendere le parole di Papa Francesco: “la nostra preghiera dev’essere forte: Signore, per favore, tocca il cuore di queste persone che adorano il dio, il dio denaro. Tocca anche il mio cuore perché io non cada in quello, che io sappia vedere”.