La Sacra Scrittura di domenica 20 luglio

Il commento di don Michele Mosa. “Marta la ospitò. Maria ha scelto la parte migliore”

Di Don Michele Mosa

 

Marta e Maria, la formica e la cicala: una indaffarata senza posa, l’altra perennemente in ozio. O per dirla più teologicamente: l’azione e la contemplazione. Tu chi sei? Per chi fai il tifo? Il Vangelo ci porta a dire: per Maria, la favola antica per Marta. In realtà – ma gioco facile, lo ammetto – è impossibile separare Marta da Maria: lo stesso Luca le cita sempre insieme. Sono più che sorelle: battibeccano fra loro ma sono, appunto, inseparabili. Credo si debba cambiare prospettiva: sono le due facce della stessa medaglia, le due dimensioni della vita cristiana (umana, direi). C’è un tempo per parlare e un tempo per ascoltare, direbbe Qoelet. Un tempo per agire e un tempo per contemplare. Si scala la montagna e poi si osserva il panorama. si cucina poi ci si siede a tavola. Tutto questo è perfetto… ma… Marta non protesta perché ha troppo da fare, sottolinea che deve fare tutto da sola. Ciò che pesa è la solitudine, il sentirsi abbandonati, non il troppo lavoro. Chiede condivisione e lo fa con la schiettezza di chi ha confidenza con il Maestro: è anche lei discepola. È amica di Gesù. Marta sa che è importante l’ascolto ma che poi bisogna passare all’azione.

Un fratello venne da abba Silvano al monte Sinai e, vedendo i fratelli che lavoravano, disse all’anziano: “Non lavorate per un pane che perisce, ma per quello che dura per la vita eterna. Maria, infatti, ha scelto la parte buona”. L’anziano non rispose nulla, ma disse semplicemente al suo discepolo Zaccaria: “Da’ un libro a questo fratello, e conducilo in una cella vuota”. Quando fu l’ora nona, il fratello guardava nella strada se qualcuno venisse a invitarlo a pranzo; ma non venne nessuno. Allora, poiché nessuno giungeva e la fame si faceva lancinante, il fratello andò a trovare l’anziano Silvano e gli chiese: “I fratelli non hanno mangiato oggi?”, Silvano gli rispose: “Sì. Ma tu sei un uomo spirituale e non hai bisogno di questo pane. Noi invece siamo esseri carnali, vogliamo mangiare, ed è per questo che lavoriamo. Ma tu hai scelto ‘la parte buona’ e leggi e preghi tutto il giorno, non vuoi mangiare un pane carnale”. Quando il fratello intese questo da Silvano, cadde ai suoi piedi e disse: “Perdonami abba”. L’anziano gli disse: “Anche Maria ha assolutamente bisogno di Marta: infatti, grazie a Marta anche Maria viene lodata”.

Una domanda cerca di farsi spazio: Marta e Maria non vi fa pensare al celebre motto benedettino “Ora et labora”?  E se Luca volesse insegnarci a ritrovare l’armonia e l’equilibrio nelle nostre giornate?

Anche se non siamo monaci, pregare con la Liturgia delle ore ci aiuta a contemplare senza cadere nell’ozio e a pregare senza perdere di vista la quotidianità.