Università di Pavia: il discorso del rettore Francesco Svelto all’inaugurazione dell’anno accademico 2023-24

La cerimonia si è svolta lunedì 20 novembre al Teatro Fraschini

IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DEL PROF. FRANCESCO SVELTO, RETTORE DELL’UNIVERSITA’ DI PAVIA, ALLA CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO 2023-24

(nella foto il corteo accademico attraversa Strada Nuova per raggiungere il Teatro Fraschini)

Autorità civili, militari, religiose,

Onorevoli Parlamentari,

Magnifici Rettori, 

Illustri Docenti e Ricercatori,

Stimati Tecnici e Amministrativi, 

Cari Studenti, 

gentili Ospiti

 

La Comunità pavese si appresta a celebrare l’inaugurazione del 663-mo anno accademico, a partire dall’istituzione dello Studium Generale ad opera di Galeazzo II Visconti, vicario dell’Imperatore Carlo IV di Lussemburgo.

Abbiamo oggi con noi, come ospite d’onore, Jean-Marc Chéry, Presidente e CEO di STMicroelectronics, la più importante azienda europea in un settore oggi così strategico come quello dei semiconduttori. Vi prego di unirvi a me nel tributargli un caloroso applauso di benvenuto.

Questi anni di rettorato mi hanno pienamente confermato in una convinzione che viveva in me anche prima di questa avventura. Cioè, che a fare la differenza per il nostro Ateneo e a determinarne il tragitto futuro è il contributo che ogni singolo riesce a dare.

Non mi soffermo su quanti tra noi hanno oggi un incarico, dai componenti del Consiglio di Amministrazione a quelli del Senato, dai prorettori e delegati ai direttori di dipartimento, dai presidenti di corso di laurea ai membri delle varie commissioni di Ateneo. Certo, colgo l’occasione per ringraziarli, e fortemente, per quanto fanno generosamente per la nostra istituzione.

Penso, in modo ampio, all’intero corpo docente. In grado di garantire una offerta formativa con cento corsi di laurea. Molto attivo nelle progettualità di ricerca del PNRR, con il contributo di circa 200 ricercatori strutturati. Capace di accreditare sei Dipartimenti come Dipartimenti di Eccellenza, solo nell’ultima tornata. Dieci su diciotto, più di metà, sommando i due esercizi.

Penso alla comunità studentesca e ai suoi rappresentanti. Il loro contributo è volto a migliorare l’Ateneo e a superare i problemi che via via possono emergere. Non manca la dialettica, non sempre i punti di vista coincidono, ma sarebbe strano il contrario. C’è però spirito costruttivo e rispetto. Mi fa piacere avere con gli studenti un rapporto diretto, semplice e scherzoso quando possibile. Non credo che tra poco mi smentiranno, ma a volte sono imprevedibili.

Penso soprattutto, in questa fase, al personale amministrativo, ai tecnici e agli esperti linguistici. Una categoria che vive un difficile passaggio d’epoca tra antiche, ma ancora pressanti, richieste di tipo adempimentale e sempre più importanti esigenze di pensiero ed azione strategica. Diversi sono gli ambiti in cui la nostra amministrazione ha avuto e avrà in futuro un ruolo cruciale. Dalle infrastrutture per ricerca e formazione in fase di completo rinnovamento a nuovi luoghi di residenzialità, dalla offerta formativa integrata con i collegi ai programmi internazionali. Una amministrazione che, tra l’altro, in futuro dovrà essere sempre più in dialogo con studenti internazionali. La percentuale di quelli che hanno acquisito il titolo scolastico all’estero è pari al 9% del totale, un livello comparativamente molto elevato nel panorama nazionale. La nostra Università è e vuole essere attenta alle persone dell’amministrazione e proseguire stimolandole in questo percorso di cambiamento. È però giusto dire che sempre più elevate sono le competenze professionali che sono via via richieste.

E vanno riconosciute di più, anche in termini economici. Eventualmente anche a fronte di un parziale ridimensionamento numerico.

 

Pavia, città universitaria. Da sempre! Ma con il rischio che diventi uno slogan più che un brand, se non è accompagnato da una convinta politica, universitaria e cittadina.

Città universitaria vuol dire città inclusiva e caratterizzata da un sempre maggior numero di studenti, italiani ed internazionali. Una comunità di studenti rispettosa, gioiosa e che si riconosca in una città sufficientemente smart, come si dice oggi. Tale da farne meta di formazione e crescita in una delle fasi più belle della propria vita.

Abbiamo quindi ripensato ai nostri corsi di laurea, mantenendo gli accessi programmati solo quando indispensabili, eliminandoli quando possibile e comunque aumentando il numero degli studenti ammessi. A titolo di esempio, nel corso degli ultimi quattro anni accademici, il numero delle matricole del corso di laurea in Medicina e Chirurgia in lingua italiana è quasi raddoppiato. E sono stati eliminati i limiti a Ingegneria e Lingue.

Abbiamo indicato un obiettivo dimensionale attorno a 30000 studenti iscritti, comprensivo di corsi di laurea, master, dottorati e scuole di specialità, entro il 2025. E oggi è sostanzialmente raggiunto. La sfida futura sarà mantenere questo risultato, alla luce dell’inverno demografico che ci attende.

Più di un terzo dei nostri studenti proviene da fuori regione, e per oltre la metà risiede in città. In parte in uno dei nostri collegi, in parte in dimore prese in affitto. La crescita che abbiamo registrato ha portato ad una carenza di alloggi, cui stiamo facendo fronte sia con misure straordinarie, sia programmando nuove residenze. In questo quadro, abbiamo acquisito il complesso denominato “Collegio Don Bosco”, grazie ad un finanziamento pubblico ministeriale, con la disponibilità immediata di 95 nuovi alloggi. Abbiamo sviluppato un progetto per un nuovo collegio, da realizzare nella parte nord del palazzo un tempo occupato dall’Istituto Neurologico “Casimiro Mondino” in via Palestro. Sarà il 18° Collegio in città ed il 13° di EDiSU Pavia, ed ospiterà 105 studenti.

Più di un operatore privato mostra poi interesse a rendere disponibili nuovi alloggi per studenti in città. Una adeguata convenzione con l’Ateneo, anche grazie alle opportunità offerte dal PNRR, potrà permettere di contemperare costi di accesso per gli studenti ed equilibrio economico per gli operatori. Per la città, si apre la possibilità di recuperare immobili, attualmente in disuso in centro, o di dare una coerente destinazione ad aree in fase di riqualificazione.

 

Una buona offerta residenziale rappresenta solo uno degli aspetti cruciali di una città universitaria. Ancora più importante è adeguare gli spazi per la ricerca e la formazione. A questo stiamo dedicando una attenzione straordinaria.

Il modello di sviluppo universitario più vicino alla realtà pavese è quello inglese, pensiamo a Oxford o Cambridge, in cui Centri e Dipartimenti sono pienamente integrati nel tessuto urbano. A differenza dei campus americani, più concentrati ed isolati rispetto alla città.

La storia dell’Università di Pavia, del resto, si accompagna ad una vera e propria metamorfosi dell’intera città. La crescita dell’Università è infatti avvenuta in buona parte attraverso il recupero di palazzi di grande pregio storico che avevano avuto nei secoli altre destinazioni. Ma, insieme a questi, vi sono anche diverse strutture semplicemente vecchie ed ormai inadeguate.

 

Nel corso dell’ultimo anno accademico, abbiamo inaugurato alcune importanti strutture e dato avvio ad un significativo numero di nuovi cantieri. L’opportunità è stata offerta da due bandi ministeriali per l’edilizia universitaria, rispettivamente del 2019 e del 2021. Il merito della nostra Università è stato quello di proporre progetti significativi, fino al finanziamento massimo previsto. Alle risorse nazionali si sono poi aggiunti anche rilevanti contributi regionali.

 

A settembre 2022, abbiamo ultimato il rinnovamento delle torrette e della facciata di Palazzo San Tommaso, sede degli studi umanistici, e inaugurato nuove aule ed un cinema-auditorium. Oggi, il cortile interno del Palazzo e la biblioteca sono il vero e nuovo cuore pulsante della comunità studentesca in centro città.

Stanno per iniziare i lavori per un ulteriore e significativo ampliamento della biblioteca.

 

A Palazzo San Felice, presente il Ministro Bernini, abbiamo ad inizio anno inaugurato, dopo i lavori di restauro, il chiostro che risale alla fine del XV secolo. Di grande pregio artistico, è stato restituito nella sua bellezza e fruibilità alla città. Sono convinto che diventerà un nuovo splendido luogo di aggregazione per gli studenti di Economia e Psicologia.

 

Abbiamo l’orgoglio di studi giuridici, e più in generale di un’area sociale e politologica, di lunga tradizione e notevole qualità. Si pensi solo che gli studi di giurisprudenza, insieme a quelli di medicina, hanno caratterizzato questa università sin dalla sua fondazione e che una scuola superiore di studi giuridici venne istituita a Pavia fin dall’alto medio-evo, nell’825. Il grande patrimonio librario accumulato richiede spazi adeguati, per la conservazione e per future opportunità di ricerca. Abbiamo individuato nell’area sud dell’edificio di Via Palestro, un tempo sede dell’Istituto Neurologico Mondino, il luogo ideale per ospitare una grande biblioteca unificata di area giuridico-politico-sociale.

Si tratta di una struttura che è in stato di abbandono da diversi anni, ma che, per le sue notevoli dimensioni e per la sua collocazione in pieno centro, rappresenta una significativa occasione di rigenerazione urbana che, anche nell’interesse di tutta la città, abbiamo ricercato con determinazione. La biblioteca occuperà 5600 metri quadrati, circa metà della superficie complessiva.

 

La Facoltà di Medicina ha finalmente una sua sede per la formazione, in quello che abbiamo ribattezzato “Campus della Salute” e che abbiamo inaugurato solo due mesi fa, lo scorso 18 settembre. È situato all’interno del Policlinico San Matteo, laddove fino ad alcuni anni fa era localizzata la clinica medica. Si tratta di una struttura di avanguardia con una grande attenzione alla sostenibilità. Occupa una superficie di 13.000 metri quadrati, ed ospita 16 aule didattiche, 12 aule studio, 4 aule informatizzate, una biblioteca da 200.000 volumi ed un centro di simulazione clinica (un vero e proprio ospedale virtuale). Potrà accogliere circa 2200 studenti.

 

Ma l’intera area del Cravino ha una prospettiva di profonda modernizzazione, se pensiamo che oltre al “Campus della Salute” altre importanti opere sono previste. Da ulteriori residenze per studenti, all’ampliamento degli impianti sportivi del centro universitario, fino alla nuova fermata ferroviaria.

Lo scorso giugno è stato inaugurato il nuovo Polo Didattico di Scienze del Farmaco: occupa una superficie di 2.500 metri quadrati e ospita 2 aule didattiche grandi, 1 aula studio, 4 laboratori didattici, 5 laboratori di ricerca con altrettanti studi per i docenti. Si tratta di moderni e funzionali spazi che costituiscono un primo importante nucleo di una vasta riqualificazione che interesserà tutto il contesto degli Istituti scientifici (oltre a Farmacia, anche Chimica e Fisica). Rappresenta cioè solo il primo tassello di un intervento molto più ampio, volto ad una completa rigenerazione dell’area. L’investimento di energie ed intelligenze è davvero di grande portata. La nuova struttura, che si estenderà su circa 21000 metri quadrati, ospiterà laboratori di ricerca e formazione, oltre ad uffici e aule didattiche in grado di accogliere circa 2000 studenti. Parte degli edifici attuali ormai vetusti sarà abbattuta. Sono previsti parcheggi sotterranei. Il mio forte auspicio è quello di poter rivedere completamente la viabilità, favorendo una mobilità dolce e spazi di incontro per i giovani.

 

Ho avuto modo di rimarcare più volte che il patrimonio di idee e ricerca che una Università promuove può e deve tradursi in innovazione, favorendo e accompagnando nuova e rinnovata imprenditoria basata sulla conoscenza. Vanno create tutte le condizioni, anche infrastrutturali, perché possa aversi sviluppo economico attorno ai centri di ricerca.

In questa direzione si è mossa l’Università di Pavia, dando avvio alla realizzazione del “Parco Cardano per l’innovazione sostenibile”, pensato per ospitare progetti di ricerca applicata in collaborazione tra istituzioni pubbliche ed operatori privati. Il cantiere per i lavori del “Centro di formazione e ricerca”, finanziato da Regione Lombardia, si aprirà nel corso del 2024. Lo sviluppo della infrastruttura è stato affidato ad Arexpo Spa, già protagonista della rigenerazione dell’area Expo attraverso la realizzazione di Mind.

Ho occasione oggi di celebrare, con tutta la Comunità accademica, la importantissima decisione del governo italiano di stabilire a Pavia la “Fondazione chips.it”, cioè il “Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore”, che avrà il compito di guidare la ricerca applicata nel settore e di promuovere la formazione di talenti in un ambito così affascinante e ricco di prospettive future. In questi mesi la strategicità del tema dello sviluppo dei chip è emersa con grande evidenza sui principali media internazionali in questi mesi. Ciò viene a rimarcare sia la grande opportunità, sia la grande responsabilità per il nostro territorio. Ed è proprio nel Parco Cardano che io auspico che la “Fondazione chips.it” possa avere la sua sede operativa definitiva. Forte l’interesse già manifestato da molte aziende di microelettronica, a partire da STMicroelectronics che con l’Università di Pavia ha un legame forte e di lungo periodo. È anche per questo che sono davvero onorato dalla presenza di Jean-Marc Chéry, che ascolteremo tra poco. L’invito a questa inaugurazione era comunque ben precedente rispetto alla designazione di Pavia come sede della “Fondazione chips.it”.

Insieme ad aziende di microelettronica, il Parco ospiterà imprese appartenenti ad altre due principali filiere strategiche: la filiera della salute e la filiera agroalimentare.

 

Da ultimo, in tema di realizzazioni, abbiamo deciso di proseguire con il recupero di Palazzo Botta, in pieno centro, luogo iconico per le neuroscienze, sede della scuola guidata dal premio Nobel Camillo Golgi. Dopo il significativo successo di Kosmos, esposizione dedicata alla storia naturale, proseguiremo con una nuova sezione, intitolata Anthropos, dedicata alla storia della medicina. Kosmos e Anthropos insieme costituiranno un vero e proprio museo della vita che potrà contribuire a formare una più solida cittadinanza scientifica, sempre più richiesta per il benessere individuale e sociale. L’impegno è particolarmente gravoso perché richiede il recupero di affreschi settecenteschi, in un palazzo d’epoca e nobiliare che, ricordo, ha visto come ospiti personaggi del calibro di Napoleone Bonaparte e Vittorio Emanuele II.

 

Ho ritenuto importante fare il punto riguardo agli interventi sulle nostre strutture edilizie, vista la loro elevata scala: riguardano infatti ben il 70% del nostro patrimonio. L’investimento economico supera i 200milioni di Euro, più della metà ottenuti attraverso finanziamenti esterni al bilancio. Dunque, un impegno importante, anche di ordine progettuale ed esecutivo, ma che sicuramente conferirà modernità e maggior fascino alla nostra Università e alla stessa città.

 

Nella tradizione ed esperienza pavese, il ruolo che i collegi svolgono in ambito formativo va ben oltre quello di una struttura residenziale. Nel tempo sono stati promossi diversi progetti orientati a fornire ulteriori strumenti formativi. Dai collegi di merito e dall’Università è nato nei primi anni del 2000 l’Istituto Universitario per gli Studi Superiori, volto ad assicurare ad un gruppo selezionato di studenti pavesi corsi aggiuntivi in grado di ampliarne formazione e competenze.

Il benefico effetto dell’ambiente collegiale può e deve essere esteso ad una platea più ampia. Per questo motivo, insieme ai collegi ed allo IUSS, abbiamo avviato, a partire dall’anno accademico 2022-2023, un nuovo progetto che abbiamo chiamato “l’Università nei Collegi” che ha l’ambizione di coinvolgere anche i nostri studenti non residenti nei collegi. Il progetto è stato accolto ed approvato molto positivamente dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

Attraverso il progetto dell’“Università nei Collegi” è stata ampliata la nostra già ricchissima offerta formativa con tematiche che erano assenti nei percorsi di laurea.

Per l’anno accademico 2023-2024, abbiamo ben 68 insegnamenti specialistici in 30 corsi di Laurea Magistrale tenuti da docenti di altro ateneo, manager, professionisti. Di più, è un modello flessibile perché permette di inserire con cadenza ciclica insegnamenti capaci di riportare nuove direzioni della disciplina e linee di ricerca sviluppate in altri contesti universitari o produttivi.

Oltre a questi nuovi insegnamenti che possono essere inseriti tra gli esami a libera scelta, nei Collegi si tengono anche “Laboratori delle competenze trasversali”, dedicati a tematiche che vanno dal public speaking allo storytelling multimediale ma anche eco-sostenibilità e pensiero critico.

Sono molto partecipati e raggiungono quasi tutti il massimo numero di partecipanti previsto.

Il contrasto all’abbandono degli studi è un tema rilevante, visto il tasso di rinunce particolarmente elevato nei primi anni di studio di alcuni corsi di laurea. Abbiamo quindi deciso di proporre – sempre all’interno del progetto dell’“Università nei Collegi” – tutorati a gruppi molto piccoli, seguiti da studenti qualificati, dottorandi ma anche docenti. Troppo presto per trarre conclusioni ma la comunità studentesca ha accolto molto favorevolmente la proposta e soprattutto gli esiti degli esami di chi frequenta i tutorati sono tornati in linea con gli esiti delle prove precedenti la pandemia.

 

L’esperienza formativa presso l’Università di Pavia è improntata ad una crescita delle competenze ma vuole essere anche una crescita umana, che faccia leva sulle relazioni inter-personali all’interno della comunità studentesca, con un facile accesso e dialogo tra docenti e studenti. Questo il senso di una città universitaria con infrastrutture moderne, attenzione alla persona, proiettata verso il futuro.

 

Il valore della persona umana è in queste ore stato drammaticamente oltraggiato da un orribile femminicidio che tutti ci interpella. Intendo esprimere profonda e commossa vicinanza alla famiglia di Giulia Cecchettin e alla comunità dell’Università di Padova. Ci impegneremo a sviluppare con decisione tutte le iniziative per promuovere comportamenti responsabili e coerenti. E a questo proposito annuncio che dal prossimo anno accademico sulla tessera degli studenti scriveremo simbolicamente il nostro impegno contro la violenza sulle donne e a favore di una cultura del rispetto.

 

Durante gli studi universitari, forse non si apprezza a sufficienza, il valore dell’insegnamento di un docente di molta esperienza, che alla formazione dei propri studenti dedica una speciale attenzione. Ancor più cruciale, in contesti di ricerca, la guida che il coordinatore della ricerca, il principal investigator, fornisce al gruppo. Un tempo, si parlava di Maestri, termine che rimanda alle grandi tradizioni artistiche, almeno in Italia.

La nostra Università ha una tradizione davvero importante in più discipline, tradizione di cui siamo orgogliosi e che costituisce sempre e comunque uno stimolo per nuove progettualità. Ho avviato l’anno scorso, con Maria Corti, la consuetudine di ricordare, durante l’inaugurazione dell’anno accademico, un professore di questo Ateneo, di grande caratura scientifica e accademica, dedicandogli una lapide nei cortili storici della nostra Università.

 

Parlando poco fa del “Parco per l’innovazione sostenibile”, ho ricordato che abbiamo deciso di dedicarlo a Gerolamo Cardano, scienziato poliedrico e nostro professore.

Uno dei massimi matematici del Rinascimento. Ma è con la Riforma dell’Imperatrice Maria Teresa che a Pavia nasce una vera e propria scuola di matematica. Si succedono figure del calibro di Lorenzo Mascheroni, Vincenzo Brunacci, Antonio Bordoni, Felice Casorati. Noti anche a chi non sa che si tratta di illustri matematici, ma per il fatto che a loro sono state intitolate scuole e strade.

Io oggi vorrei proporre una dedica ad un professore che tanto ha caratterizzato la matematica pavese dal secondo dopo-guerra ed la cui lezione è ancora viva nei suoi allievi universitari e in tutti quanti hanno avuto la fortuna di beneficiare dei suoi insegnamenti: Enrico Magenes.

Con Enrico Magenes non siamo solo di fronte ad un grande scienziato che ha dato contributi rilevantissimi nel campo dell’analisi matematica, ma anche una persona umanamente straordinaria che ha vissuto l’orrore della persecuzione nazi-fascista essendo stato deportato nel campo di concentramento di Flossenbürg e infine a Kottern, sottocampo di Dachau.

Lascio pertanto la parola al Prof. Giulio Schimperna, Direttore del Dipartimento di Matematica perché legga il testo della lapide che sarà dedicata ad Enrico Magenes:

 

(lettura della lapide).

 

Enrico Magenes

Milano, 15 aprile 1923 – Pavia, 2 novembre 2010

insigne matematico

Antifascista, resistente, deportato a Flossenbürg e Kottern

scelse di vivere secondo giustizia

e di agire per la promozione umana

Pioniere della matematica applicata in Italia

Insegnò a Modena, a Genova e dal 1959 al 1996 a Pavia

dove fondò il primo centro di calcolo

e diede avvio al Laboratorio di Analisi Numerica del CNR

che oggi porta il suo nome

Appassionato educatore

contribuì al rinnovamento della didattica nelle scuole

inaugurò il Collegio Universitario Santa Caterina da Siena

guidandolo dal 1973 al 2003

 

Avviandomi a concludere, voglio sottolineare quanto l’identità di una città universitaria e la forte volontà di riaffermarla richiedano una decisa condivisione di intenti tra i diversi attori del territorio, che a Pavia in questa fase si sta verificando. Dagli enti alle istituzioni locali, dalle imprese ai collegi universitari, dai centri di ricerca agli IRCCS, dalle forze dell’ordine alle associazioni. Cruciale riqualificare gli spazi, ammodernare l’accoglienza, proporre luoghi di svago e sport. Ma è fondamentale l’attitudine di una città e di un territorio a correre insieme ai giovani, che hanno naturalmente un passo rapido, e che proverranno sempre più da Paesi stranieri. Cercheranno apertura, futuribilità, vivibilità.

Questo tutti insieme, dovremo preparare in una città come Pavia che tanto avrà ancora da dire nell’ambito della formazione e della ricerca, forte delle sue tradizioni ed inserita in una grande area produttiva quale quella lombarda.

 

Convinto che i prossimi anni porteranno ulteriori idee e risultati, orgoglioso di quanto insieme stiamo facendo, dichiaro ufficialmente aperto l’anno accademico 2023-2024, il 663° dall’Istituzione dello Studium Generale.

 

W l’Università italiana, W l’Università di Pavia