OltreVolley, “l’unione che fa la forza”

Sogni e progetti di una sinergia che ha abbattuto i muri delle divisioni. La coordinatrice Alfonsina Montevago svela sogni e progetti

 di Mirko Confaloniera

Alfonsina Montevago è la coordinatrice dell’OltreVolley, un’unione sportiva di tre realtà pallavolistiche della nostra provincia (ovvero Broni, Stradella, Corteolona). E’ molto raro che nell’ambito pavese qualcuno si sia seduto attorno a un tavolo e abbia deciso di unire le forze. Di solito, e questo vale a 360 gradi, si tende soltanto a competere e primeggiare sugli altri, disgregando un potenziale che potrebbe essere molto importante. Fra la Bassa Pavese e l’Oltrepò, invece, una donna ha creduto fortemente di andare oltre a questa mentalità radicata nel tempo e di cercare di abbattere tutti quei “muri” mentali che impediscono ai nostri sport di emergere

L’OltreVolley Caputo Costruzioni ha una squadra femminile che gioca al palazzetto dello sport di Stradella e che  milita in serie D in un girone “di ferro” che comprende i derby provinciali contro Tromello, Rivanazzano e la seconda squadra di Certosa, nonché sfide contro Binasco, Opera, Motta Visconti e società di Milano come la Team Volley 66, Pro Patria Volley e la Bocconi Volley. Le trasferte arrivano, però, fino a Brugherio, Gessate, Cassina de’ Pecchi e Settimo Milanese. “La novità dell’OltreVolley per quest’anno è che siamo in trattativa per l’anno prossimo di far entrare nel nostro gruppo anche una grossa storica società pallavolistica oltrepadana, che si occuperebbe (geograficamente parlando) della parte ‘occidentale’ del nostro territorio, quindi quella attorno a Voghera, per intenderci  – ha raccontata Alfonsina Montevago – L’unione fa la forza e la nostra unione sta lavorando bene, anche se gli sponsor sono calati, ma in un panorama dove molte società sono in difficoltà, noi proseguiamo il nostro cammino. Abbiamo tanti iscritti, circa 300 fra settori maschili e femminili, prime squadre e giovanili, e spero entro l’anno prossimo di riuscire a conquistare la serie C femminile, o sul campo (ma sarà difficile) oppure acquisendo un diritto sportivo”. Con Corteolona-Belgioioso, invece, che tipo di collaborazione c’è? “A Corteolona c’è una vera e propria succursale, che ha le sue ‘under’, la sua Seconda Divisione, la sua Terza, ecc. e collaboriamo a livello di ‘prestiti’ di giocatrici dove ci aiutiamo a vicenda”.

E per quanto riguarda la pallavolo maschile di cui il nostro territorio sembra esserne un po’ a corto? (a parte le storiche realtà di CUS Pavia e Adolescere Voghera, nda). “Quest’anno è partita sia la Prima Divisione maschile, che il settore giovanile maschile, ma con tante difficoltà perché sono cambiate molte cose negli anni, soprattutto dopo la pandemia di Covid. La prima squadra maschile sta disputando il primo anno di ‘prova’ in un campionato FIPAV, gioca al palasport di Broni, è una squadra giovane e ancora senza le basi per poter puntare in alto nell’immediato, ma i nostri obiettivi sono quelli di arrivare, nel medio periodo, alla serie D e anche alla serie C, perché il territorio ne ha bisogno. Nel complesso stiamo lavorando bene, ho tanti dirigenti che hanno voglia di fare, ma bisogna capire che questo non è un obiettivo a breve termine, a differenza della squadra femminile con la quale punteremo subito a salire di categoria”.

Il tifoso medio, soprattutto di calcio e basket, pensa che i costi per “fare” pallavolo, soprattutto a livello regionale e provinciale, siano molto bassi e che questi club siano più facilitati rispetto alle squadre di pallone o della palla a spicchi. Invece, com’è realmente la situazione? “La situazione realmente è completamente diversa. Ogni campionato, ogni minimo spostamento di gara, ogni partita, ogni trasferta, ecc. ha le proprie spese. La stagione costa almeno 1.500 euro, poi c’è tutto il resto: le divise, la manutenzione della palestra, gli stipendi agli allenatori, ecc… In un campionato di Prima  Divisione maschile ci sono solo 500 euro di tasse e per una stagione sportiva che dura 9 mesi i costi si aggirano alla fine sui 6.000 euro all’anno”.

La pallavolo sta tornando: la prima squadra dell’Universo in Volley Pavia sta disputando un campionato nazionale di serie B1, dietro di essa ci sono seconde, terze squadre, settori giovanili e una rete di collaborazioni e sinergie con tanti club del territorio. Sarà la volta buona per portare Pavia in alto e radicarla nelle serie maggiori? “Io voglio sinceramente fare i miei complimenti a Mauro Fontana, patron dell’Universo in volley, di cui sono molto amica e a cui auguro soltanto il meglio. Sono molto contenta e orgogliosa del lavoro che ha fatto e che sta facendo, soprattutto con molti sacrifici. Oggi come oggi non c’è più la pallavolo di una volta: oggi ci sono da sostenere costi e spese molto importanti, fare tanti sacrifici e necessità di recuperare tanti investimenti. Il progetto Universo in Volley sta andando bene, perché Mauro Fontana è un valore aggiunto per lo sport pavese. A Pavia e dintorni storicamente ci sono sempre stati soltanto il calcio e il basket (e un po’ il ciclismo). A forza di gomitate adesso si sta facendo finalmente largo anche la pallavolo. Bisognerebbe che ci siano più persone che ci credono come Mauro, ma non è facile trovarle, così come non è facile avere assessorati allo sport e amministrazioni comunali che ti appoggiano, palestre e impianti adeguati, e così via. Non è facile, però ultimamente ci stiamo credendo un po’ di più. Oltre al progetto U.i.V. di Mauro Fontana, non molto distante da Pavia c’è anche quello del Volley 2001 Garlasco di Silvia Strigazzi. Siamo un po’ tutte persone che veniamo dalla ‘gavetta’, dalla pallavolo passata e che adesso cerchiamo di farci largo nello sport di oggi”.