La Sacra Scrittura di domenica 12 febbraio

Il commento di don Michele Mosa. «Avete inteso che fu detto…  Ma io vi dico»

Alcuni suoi amici dicevano che aveva sempre la testa fra le nuvole, altri che era (soltanto) un disordinato, altri che pensava troppo a se stesso; era bensì vero che il suo sogno era fondare il “Club dei Confusi” ma da quando aveva cominciato a leggere il Vangelo era davvero sprofondato nella nebbia: quando pensava di aver capito ecco che tutto veniva di nuovo buttato all’aria. Prendiamo ad esempio le beatitudini: gli avevano spiegato che era la “nuova Legge”, che Gesù sul monte scalzava Mosè, che quella era la nuova proposta di vita… e adesso torniamo all’osservanza della Legge? Non sono venuto ad abolire. Chi trasgredisce un solo precetto, anche minimo, e insegnerà ad altri a non rispettare anche i piccoli dettagli sarà condannato alla Geenna. «Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Ma non era che il più piccolo nel regno dei cieli supera Giovanni il Battista, il più grande tra i figli degli uomini? E adesso per favore non salite sul pulpito o non mettetevi all’ambone “facendo la predica”, la solita predica moralistica che voi per primi non riuscite, nonostante le buone intenzioni e l’impegno, a mettere in pratica. Più che regalare certezze provate a seminare domande. Non abbiamo bisogno di chi ci dà risposte e regala sicurezze (più o meno vere). Oggi abbiamo bisogno, almeno io, di qualcuno che mi accompagni, condivida le mie fatiche e mi aiuti a (ri)scoprire il Gesù dei Vangeli non quello dei luoghi comuni e del buon senso. A chi infatti non è capitato di pensare o di dire al suo collega, a sua sorella, al suo miglior amico: stupido, pazzo o peggio ancora? Quanti di noi dovrebbero essere ciechi e mutilati per il modo in cui abbiamo guardato donne o uomini che ci passavano accanto? Per favore al bando l’ipocrisia e il falso moralismo. E le prediche melense e inutili. Per una volta, per una volta almeno condividete dal pulpito le nostre fatiche. I nostri sensi di colpa. Smettete di fingere di essere angioletti, tanto lo sappiamo che, come noi, siete fragili. E come noi avete bisogno della sua misericordia e del suo perdono. Forse, ma non dimenticate che sono confuso, non è questione di legge nuova ma di cuore nuovo.

 

Don Michele Mosa