“Università di Pavia, un futuro importante insieme al territorio”

L'editoriale del rettore Francesco Svelto pubblicato sul numero de "il Ticino" del 5 giugno 2020

Una nuova fase è iniziata. Da pochi giorni sono possibili gli spostamenti tra le regioni italiane e, pur con qualche distinguo, sono riaperti i confini tra i Paesi europei. Insieme agli spostamenti, cresce il desiderio di superare questo momento di crisi, non soltanto sanitaria, con la consapevolezza che molte attività dovranno essere ripensate o rimodulate. Anche all’Università di Pavia. A poco più di tre mesi dall’inizio dell’epidemia, tre mesi scanditi da lezioni a distanza, smartworking, riunioni, esami di profitto e di laurea svolti su piattaforme informatiche, voglio proporre qualche riflessione, per un primo bilancio e soprattutto per guardare con convinzione al futuro, a partire dal prossimo anno accademico. Come Rettore sono stato fin da subito in prima linea nella gestione dell’emergenza, insieme all’unità di crisi e in costante coordinamento con gli altri rettori lombardi e italiani. Con forte rammarico, ma altrettanto senso di responsabilità, abbiamo dovuto assumere provvedimenti drastici: abbiamo deciso la sospensione delle lezioni, la chiusura di laboratori e biblioteche, lo smartworking. Provvedimenti che hanno fisicamente svuotato l’Ateneo, ma fatto sì che l’Università non chiudesse. Abbiamo così permesso ai nostri studenti, che sono 23.000, di non perdere nemmeno una lezione. Questo è certamente il primo, ma non unico, aspetto positivo di questa crisi. Il lockdown ha infatti fatto emergere la forza della comunità accademica pavese, il grande spirito di collaborazione, la competenza, la capacità di adattarsi alle immediate esigenze di didattica e di comunicazione, ma anche la solidarietà e l’attenzione alle istanze sociali. Un secondo aspetto riguarda la solidità del sistema pavese. Fin dal primo giorno del mio mandato di Rettore ho fatto appello a tutte le Istituzioni del territorio, affinché siano unite da valori e linee strategiche comuni, pur nella distinzione di ruoli e obiettivi. Ne abbiamo avuta conferma in questa circostanza. L’università e i tre Irccs di Pavia, che in quest’emergenza sono stati riferimento nazionale, ancora una volta hanno dato prova di serietà e solidarietà, assistenza e formazione, ricerca finalizzata e spirito di collaborazione. Mi auguro che superata questa emergenza, il lavoro avviato possa continuare, con una condivisione di valori che ritengo irrinunciabile.
Un primo bilancio di questo periodo non può prescindere dal rafforzamento del rapporto con gli studenti. La sospensione dell’attività didattica in presenza, che tuttora permane, ha messo in luce con forza che Pavia non è una università telematica, ma molto di più. Per noi le relazioni interpersonali dirette sono insostituibili per la crescita formativa e umana dei giovani. Al centro della nostra azione c’è infatti il rapporto studenti-docenti, ci sono gli incontri diretti, nelle aule e nei laboratori dell’Ateneo.

 

 

Lezioni “in forma mista” nel primo semestre del prossimo anno accademico

 

In virtù di questo, non appena le condizioni di sicurezza sanitaria lo consentiranno, riprenderemo la didattica in presenza, già nel prossimo anno accademico. Per ora abbiamo previsto che le lezioni del primo semestre dell’anno accademico 2020-21 saranno erogate in forma mista: sia a distanza che in presenza, anche se con gruppi poco numerosi. Abbiamo già iniziato ad attrezzare le aule per trasmissioni e registrazioni, stiamo pianificando le tipologie di gruppi, in base alle esigenze dei diversi corsi di studio. Vogliamo essere inclusivi nei confronti di tutti gli studenti, sia di quelli che provengono da altre regioni, sia di quelli meritevoli che si trovano in difficoltà economica. Pensando a questi ultimi, ho deciso di stanziare l’intera raccolta del 5×1000 a borse di studio in loro favore.  L’emergenza Covid-19 mi ha confermato, ancora una volta, l’immenso valore delle donne e degli uomini che compongono la comunità accademica pavese. Mi sento di ringraziarli tutti. Dagli studenti, che in questa circostanza eccezionale hanno mostrato grande responsabilità e collaborazione, ai docenti, che con notevole impegno, passione e competenza hanno garantito agli studenti ogni sforzo perché l’impatto sul percorso formativo fosse il minimo possibile. Al personale tecnico, amministrativo e agli esperti linguistici che hanno assicurato una piena funzionalità all’intera macchina delle strutture centrali e dei dipartimenti, lavorando da casa spesso in condizioni non agevoli. Lo smartworking ci ha permesso di proseguire sulla strada della dematerializzazione e facilitazione amministrativa: un’occasione che non andrà certamente sprecata.
Dall’impegno e dalle competenze di ognuno sono dipese e dipendono la capacità di progredire, di collaborare e di rispondere a emergenze come quella che stiamo vivendo. La grande collaborazione e lo sforzo tangibile che l’Università di Pavia, in tutte le sue componenti, ha mostrato in questi mesi mi rende ottimista circa la voglia di costruire un percorso per il futuro che sia anche occasione di rilancio per l’intero territorio.

 

Prof. Francesco Svelto

(Rettore dell’Università Pavia)