La Sacra Scrittura di domenica 21 febbraio

Il commento di don Michele Mosa. «Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza»

Era – in alcune chiese, comunità o edifici che siano, – ed è ancora celebrato per immersione-emersione: l’acqua ti sommerge e l’acqua dona la vita. Del resto, battesimo deriva da “baptizein”, cioè immergere. Questa ritualità ci fa pensare alle prime comunità cristiane e ad adulti che chiedono di entrare nella Chiesa; in realtà, non dovremmo dimenticare – lo testimoniano già Atti degli Apostoli – spesso la conversione è familiare, tocca quindi anche i bambini. Battesimo, dunque, non è solo “sacramento della nascita” inteso come gesto legato al parto: esso è sacramento di (ri)nascita alla vita di Cristo e ciò comporta la decisione di mettersi alla sua sequela, di diventare suo discepolo, di iniziare un cammino. Nasco, rinasco alla vita perché opero una scelta; ed ogni scelta – non dimentichiamolo – è decisiva per la vita, non può essere tradizione, non può scaturire da un “si è fatto sempre così” o da un generico “vorrei dare a mio/a figlio/a quello che i miei genitori hanno dato a me. Qui credo emerga, ancora una volta, la questione della cosiddetta “pastorale battesimale”. O meglio, credo emerga la questione ecclesiologica nella sua più drammatica attualità: il battesimo ti fa discepolo di Cristo e allo stesso tempo ti “lega” alla Chiesa. Quella Chiesa in cui spesso chi chiede il battesimo sconfessa. Pur dicendosi cristiano. Quaresima è il tempo “battesimale” per eccellenza: guida nel mistero attraverso i simboli, apre il percorso dal male che abita il cuore dell’uomo, il mio cuore, alla realtà del dono di un incontro che salva: il simbolo dell’acqua ci racconta, infatti, questo viaggio: ti immergi nella morte di Cristo, invocando la salvezza, ed emergi con Lui, salvo con il Salvatore, il Crocifisso Risorto. Ti immergi individuo, emergi Chiesa: «Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, giudei o greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito» (1Cor 12,13). Battezzato sei discepolo: puoi, anzi devi chiedere alla Chiesa che ti accompagni nel tuo cammino (che non può mai essere vero se individuale); battezzato sei apostolo: hai il compito, anzi la gioia di raccontare le meraviglie che il Vangelo compie nella tua vita. Perché – ritornello che mai ci ripeteremo abbastanza – la Chiesa cresce per attrazione e non per proselitismo. Buona quaresima.

 

Don Michele Mosa