Pavia, il discorso del rettore Francesco Svelto alla Giornata del Laureato

La festa si è svolta nel Cortile Teresiano dell'Università

Di Prof. Francesco Svelto (Magnifico Rettore dell’Università di Pavia)

 

Benvenuti alla 33ma edizione della Giornata del Laureato dell’Università di Pavia!

Tradizionalmente, a questa festa invitiamo un laureato illustre a cui chiediamo di raccontare la sua esperienza professionale dopo gli studi affrontati con successo a Pavia. E, soprattutto, gli chiediamo di comunicarvi le sue emozioni ed il legame con la nostra università. E, tra poco, ascolteremo il prof. Fiorenzo Omenetto, professore di Ingegneria biomedica alla Tufts University di Boston.

Ma, quest’anno, abbiamo voluto esagerare perché, insieme al prof. Omenetto, abbiamo invitato tre magnifici laureati pavesi, che sono attualmente Rettrici e Rettore di altrettanti atenei lombardi. Si tratta:

– della Prof.ssa Marina Brambilla, Magnifica Rettrice dell’Università Statale di Milano, che ha ricevuto a Pavia il dottorato di ricerca in Lingua e Letteratura tedesca

– della Prof.ssa Maria Cristina Pierro, Magnifica Rettrice dell’Università dell’Insubria, laureata a Pavia in Giurisprudenza

– quindi, del prof. Francesco Castelli, Magnifico Rettore dell’Università di Brescia, laureato in Medicina a Pavia.

Anche a loro, che ringrazio per avere accettato l’invito, chiederò di indirizzare a voi un augurio per il futuro.

Avete capito da questa mia introduzione che il messaggio che vi do quest’anno è chiaro e semplice. Se sarete indecisi sul vostro futuro professionale, potrete sempre pensare di diventare Rettori di una prestigiosa Università.

Questa festa vede protagonisti voi neo-laureati. Ma voglio partire da un pensiero per i vostri genitori e per chi tra i vostri familiari vi ha seguito in questi anni con affetto e oggi, sono sicuro, sarà commosso. C’è sempre anche una nonna, uno zio che, insieme ai genitori, tanto vi ha sostenuto. Hanno sempre sperato che voi poteste raggiungere questo traguardo e vedono oggi il coronamento di quello che è stato anche un loro sogno.

Ma una certa emozione sono sicuro la sentiate anche voi. Probabilmente ben miscelata con l’orgoglio e la soddisfazione di essere riusciti a dare il massimo e a potervi godere la serenità di questo pomeriggio, in questo cortile, pieno di quiete oggi, ma anche denso di storia. Pensate che in un’aula dell’attuale Collegio Fraccaro, qui alla mia sinistra, è avvenuto nel lontano 1876, per opera di Edoardo Porro, medico pavese, il primo parto cesareo della storia, in cui oltre al bambino si salvò anche la madre.

Dicevo che mi piace particolarmente questa cerimonia per il contesto offerto da questo Cortile teresiano, davvero unico, ma soprattutto perché si respira un’aria gioiosa. Di festa, di felicità e di soddisfazione per un importante risultato raggiunto. Anche superando traversie personali e difficoltà collettive.

Non voglio dimenticare che avete incontrato l’ostacolo del duro periodo COVID. Che ha voluto dire tensione, magari apprensioni familiari, ma soprattutto una formazione che ne ha risentito: rapporti inter-personali ridotti al lumicino, lezioni a distanza, emersione di incertezze e fragilità.

Nel tempo abbiamo raccolto alcune fotografie di quel periodo, che potete vedere scorrere. Le abbiamo ricevute da voi studenti, e ci riportano ad un’atmosfera, per fortuna lontana e quasi dimenticata, che sicuramente vi ha condizionato. È vero che molti di voi, a quell’epoca, frequentavano le scuole superiori ma questo non attenua la complessità di studiare e formarsi in quel periodo, semmai la aggrava. Quindi, doppiamente bravi! Ed ai miei complimenti, si uniscono quelli di tutti i Prorettori e delegati, dei Direttori di Dipartimento e dei Presidenti di Facoltà.

Ci tengo ad aggiungere che in periodo COVID, donne e uomini che lavorano in Ateneo, dai docenti al personale dell’amministrazione, dai tecnici agli esperti linguistici, hanno dato prova di grande attaccamento all’istituzione e di grandi capacità. Ogni attività universitaria è stata costretta ad un radicale ripensamento. Nel giro di poco più di una settimana, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 2020, tutte le nostre attività didattiche sono state trasferite online. Abbiamo attrezzato 305 aule per video-riprese e registrazione, ri-organizzato tutti gli insegnamenti, accolte con tempestività le preferenze degli studenti che, nei periodi in cui ci era consentito, potevano optare per seguire in aula oltre che da remoto.

Purtroppo, il COVID non ha creato nei giovani solo un’emergenza momentanea ed organizzativa. Ma, forse anche più importante, uno strascico a livello personale e psicologico, ed una richiesta di aiuto. Abbiamo risposto immediatamente, già nel maggio del 2020, approntando uno sportello di assistenza psicologica. Si tratta di un servizio di consulenza, all’interno dell’Ateneo, pensato per aiutare gli studenti a fare fronte ai disagi e alle difficoltà in cui possono incorrere nel periodo degli studi.

Ma l’attenzione dell’Ateneo nei confronti delle esigenze degli studenti, anche rispetto ad eventi inattesi, è parte della missione più generale che ci siamo dati e che è quella di essere inclusivi e capaci di accogliere a Pavia, intesa come Università e come città universitaria, studentesse e studenti da ogni parte di Italia e del mondo. In questo quadro, circa il 10% della popolazione studentesca è ospitato in uno dei nostri 18 collegi e circa il 40% è domiciliato in città.

È esentato dal pagamento delle tasse, per ragioni di reddito, il 40% della popolazione studentesca, e con sempre maggior frequenza contribuiamo al canone di affitto per studenti a più basso reddito.

Sia per favorire la mobilità dolce, sia per aiutare i ragazzi negli spostamenti in città, interveniamo per ridurre il costo di abbonamento dei mezzi di trasporto cittadino, offrendolo ad un prezzo calmierato di soli 36 Euro per un intero anno.

Essere inclusivi, con l’obiettivo di accogliere più studenti, non significa solo predisporre servizi efficienti. Significa anche predisporre una offerta formativa che incontri le sfide di una società che cambia e vantare un corpo docente capace di fare ricerca di qualità e coinvolgere gli studenti in lezioni appassionanti. E significa avere aule, biblioteche e laboratori sempre più moderni così come collegi, residenze ed alloggi per chi viene da fuori città.

A partire dall’anno accademico 2020-2021, abbiamo proposto 4 nuovi corsi di laurea triennali e ben 12 nuovi corsi di laurea magistrali: da “Agrifood and Sustainability” e “Scienze giuridiche della prevenzione e della sicurezza”, a “Scritture e progetti per le arti visive e performative”, da “Artificial Intelligence”, corso inter-ateneo con Milano Statale e Milano Bicocca, a “Tecnologie digitali per le costruzioni, l’ambiente e il territorio” fino a “Comunicazione digitale” e “Psychology, Neuroscience and Human Sciences”.

È interessante evidenziare come le proposte siano state effettivamente in grado di suscitare un reale interesse. Negli ultimi 5 anni gli studenti iscritti ai corsi di laurea dell’Università di Pavia sono passati da 24.000 a 27.500, con un aumento pari a circa il 15%. E circa il 90% di questo incremento è dovuto proprio alla nuova offerta formativa.

È utile, almeno per misurare l’impatto che l’Università ha in una città con circa 70.000 abitanti, osservare che se agli studenti dei corsi di laurea aggiungiamo gli studenti dei master, dei corsi di dottorato e i medici in formazione specialistica arriviamo a quasi 32.000 iscritti: un dato vicino alla metà della popolazione residente a Pavia. Nonostante si sia cresciuti molto, penso che dobbiamo potere accogliere ancora più studenti, sia come nostra missione sociale, sia per avere dimensioni adeguate alle nostre ambizioni.

Dicevo del nostro corpo docente.

L’Università di Pavia ha una riconosciuta tradizione di qualità nella didattica, che trae alimento da attività di ricerca ed approfondimento condotte con rigore, in un circolo virtuoso tra aula e laboratorio, come è caratteristico del modello più autentico di università.

Il ritmo del progresso scientifico è in costante aumento e l’esigenza di nuova docenza su tematiche emergenti ci ha spinto ad attrarre figure di ricercatori che non erano presenti in Ateneo. In questi anni, la nostra Università ha favorito l’acquisizione di tali risorse, attraverso progetti finanziati e dedicati. In particolare, non ponendo limiti al trasferimento a Pavia di docenti in organico presso università straniere. In modo analogo, sono state incoraggiate candidature, per posizioni di ruolo a Pavia, dei vincitori di progetti ERC, i più prestigiosi finanziamenti europei alla ricerca. Negli ultimi 5 anni, sono stati assunti 35 professori da università straniere, di cui 10 vincitori di progetti ERC. Ulteriori 15 docenti sono venuti da altre università italiane. Inoltre, a conferma della qualità delle scuole di ricerca del nostro Ateneo e della loro competitività internazionale, altri 10 docenti pavesi hanno ottenuto successo in altrettanti progetti ERC. Abbiamo, dunque, voluto contemperare le progressioni di carriera e i nuovi ingressi, favorire competenze legate a nuova offerta formativa ed acquisire nuovi leader nella ricerca.

Ma quello dei progetti ERC non è l’unico indicatore che rivela come il sistema della ricerca pavese goda di ottima salute. Ho sempre sottolineato l’importanza di guardare ai bandi europei, anche in concomitanza con le progettualità del PNRR. Ebbene, rilevo con grande soddisfazione che il successo nei progetti europei dei gruppi pavesi è in deciso aumento. Pensate che nel 2019 abbiamo visto l’approvazione di 12 progetti in ambito Europeo per un ammontare complessivo di circa 6 milioni di euro. Nel 2024, sono stati 24 progetti approvati per un valore di ben 16 milioni di euro: quasi tre volte tanto!

Per aumentare la nostra ricettività, in questi anni abbiamo lavorato molto per incrementare sia luoghi e spazi per la formazione, sia le soluzioni abitative.

Si è trattato di un forte impegno a favore dei nostri giovani, che ha interessato gli spazi di quasi tutte le aree disciplinari con conseguente incremento di attrattività, mi auguro, di tutto l’Ateneo.

Palazzo San Tommaso è stato ormai completato, almeno per quanto riguarda le aule per la formazione e gli uffici per i docenti. È ancora in corso l’ulteriore e finale ampliamento della biblioteca, su Via Cavallotti, che prevediamo di inaugurare nella prossima primavera.

Palazzo San Tommaso costituisce ormai, con il suo ampio cortile e la modernissima biblioteca, il luogo di aggregazione della comunità studentesca in centro-città, ed è ora in grado di ri-accogliere tutte le anime degli studi umanistici che erano state costrette in altre aree dell’Ateneo, dalla sezione di Lingue a quella di Filosofia.

Proseguono i lavori della parte sud dell’edificio un tempo occupato dall’Istituto neurologico “Casimiro Mondino” in Via Palestro, che ospiterà sia una biblioteca unificata di area giuridico-politica-sociale, sia alcune aule per la didattica. Nell’ala nord dello stesso edificio sono iniziati i lavori per la realizzazione di un nuovo collegio da 105 posti. Sarà intitolato alla moglie del dott. Luigi Bolognesi che ha deciso di lasciare tutti i suoi beni alla nostra Università, purché destinati a favorire gli studenti meritevoli ma privi di mezzi. Prevediamo di completare tutti i lavori di questa struttura, di ben 10.000mq, tra la fine del 2026 e la primavera del 2027.

La Facoltà di Medicina ha, dall’anno accademico 2023-2024, finalmente una sua sede dedicata per la formazione in quello che abbiamo ribattezzato “Campus della Salute”. È situato all’interno del Policlinico San Matteo, laddove fino ad alcuni anni fa vi era la clinica medica. Si tratta di una struttura di avanguardia con una grande attenzione alla sostenibilità. Occupa una superficie di 13.000 metri quadrati, ed ospita 16 aule didattiche, 12 aule studio, 4 aule informatizzate, una biblioteca da 200.000 volumi ed un centro di simulazione clinica (un vero e proprio ospedale virtuale). Può accogliere circa 2200 studenti.

Tutta l’area del Cravino è oggetto di una vasta riqualificazione che interessa tutto il contesto dei cosiddetti Istituti scientifici (Scienza del Farmaco, Chimica e Fisica).

Le opere hanno visto l’avvio in aprile e prevedono la rigenerazione dell’intera area. La nuova struttura, che si estenderà su circa 21.000 metri quadrati, ospiterà laboratori di ricerca e formazione, oltre ad uffici e aule didattiche in grado di accogliere circa 2000 studenti. Parte degli edifici attuali ormai vetusti sarà abbattuta. Questa grande opera sarà ultimata nel 2029.

Infine, voglio ricordare il “Parco Gerolamo Cardano per l’innovazione sostenibile”, pensato per ospitare progetti di ricerca applicata in collaborazione tra istituzioni pubbliche ed operatori privati. Il Parco si estenderà, non lontano dalla Nave e dal San Matteo, su una superficie di più di 15.000 metri quadrati e sarà in grado di ospitare fino a 1300-1500 addetti. Abbiamo, ad oggi, selezionato tre filiere industriali importanti che lì troveranno spazio: microelettronica, salute e agroalimentare. Ma la possibilità di accogliere ulteriori filiere a Pavia, nel Parco o in altre aree, c’è e sarà perseguita. È una dimensione importante di sviluppo per città e territorio e offrirà una grande opportunità agli studenti delle lauree magistrali, a quelli di dottorato, così come un’occasione di impiego per i laureati come voi.

Ho parlato poco fa del nuovo collegio EDiSU, in costruzione in via Palestro. Ma a breve, avvieremo i lavori per l’ammodernamento del Collegio Castiglioni Brugnatelli, grazie ad un finanziamento pubblico ministeriale, pari a 5 milioni di Euro.

Direi che le prospettive per gli alloggi per studenti volgono al sereno a Pavia. Due iniziative private, l’una nell’area ex-Neca, l’altra in via Cesare Battisti dove un tempo c’era l’INPS, si ripromettono di realizzare circa 500 nuovi posti.

Ho voluto descrivere, seppur rapidamente e con flash, le linee strategiche di sviluppo del nostro Ateneo che mirano ad una solida formazione, con una docenza in grado di condurre ricerca ad alto livello. Credo che, per voi tutti che concludete il vostro percorso, sia una gioia, almeno quanto lo è per me, sapere che il vostro Ateneo continuerà il suo sviluppo in modo sempre più convinto.

Prima di concludere, mi preme ricordare a tutti, a partire da me stesso, che questo è il mio ultimo intervento pubblico in qualità di Rettore di questa Università. Una esperienza unica che ho avuto il privilegio di poter vivere, avendone grandi soddisfazioni e vedendo l’ateneo crescere in quasi tutti gli aspetti. Ad inizio ottobre, inizierà il mandato del Professor  Alessandro Reali, cui vanno i miei complimenti, il mio sostegno, nella certezza che svolgerà al meglio il compito e che l’Ateneo è in ottime mani.

Vorrei al contempo ringraziare di cuore i membri della governance, a partire dal Direttore generale e dal pro-rettore vicario, unitamente a tutti i prorettori e delegati. A loro, ai Direttori di Dipartimento ed ai Presidenti di Facoltà, cui chiederei di alzarsi, va l’applauso della Comunità accademica pavese.

Nell’avviarmi a concludere, ho il piacere di presentare il nostro ospite illustre: il Professore Fiorenzo Omenetto. Laureato in Ingegneria Elettronica, il professor Omenetto ha svolto tutta sua carriera professionale in laboratori di ricerca e poi in Università degli Stati Uniti, occupandosi prevalentemente di applicazioni della seta e altri materiali al contesto elettronico ed optoelettronico. Fiorenzo è una persona carismatica e sono certo che tra poco vi affascinerà, raccontandovi le sue esperienze, le sue emozioni, le sue incertezze. Vuole essere un messaggio per tutti voi, un incoraggiamento a guardare lontano.

Godetevi questa serata, sono sicuro che resterà tra i vostri ricordi, tra le vostre emozioni.

Noi vi aspettiamo quando tornerete, forti dei vostri successi e delle vostre realizzazioni.

 

W l’Università di Pavia, W i suoi laureati!