La storia dell’azienda Radice Fossati di Mezzana Bigli raccontata all’Ateneo di Pavia

La Giornata di Studi in Aula Foscolo

L’Aula Foscolo dell’Università di Pavia ha ospitato, sabato 17 maggio, la Giornata di Studi dedicata ai 500 anni di vita dell’azienda agricola della famiglia Radice Fossati a Mezzana Bigli. Una storia lunga 5 secoli: dalla prima proprietaria Cecilia Gallerani (amante di Ludovico il Moro, la “Dama dell’Ermellino” dipinta da Leonardo da Vinci) al documento di Carlo V con sigillo imperiale (datato 13 luglio 1525, cinque mesi dopo la Battaglia di Pavia vinta dalle truppe imperiali sull’esercito francese) che conferma la proprietà al marchese Giovanni Antonio Biglia, da Federico Confalonieri (l’eroe del Risorgimento) sino ai giorni nostri. Numerosi gli interventi che hanno caratterizzato questo importante convegno. L’iniziativa, dal titolo “500 anni e un …Po” (con un chiaro riferimento al grande fiume che scorre nelle vicinanze) è stata organizzata dalla Fondazione Eugenio Radice Fossati in collaborazione con il Comune di Mezzana Bigli, l’Università di Pavia e Confagricoltura Pavia. Il programma prevede anche due eventi a Mezzana Bigli: sabato 20 settembre un incontro a Cascina Erbatici, e domenica 12 ottobre in occasione della festa patronale.

Renata Crotti, già docente di Storia Medievale e referente per l’Università, ha parlato dell’istituzione, grazie alla Fondazione, di una borsa di ricerca per studi storici in Ateneo. Ferruccio de Bortoli, già direttore del “Corriere della Sera”, ha definito la storia dell’azienda di Mezzana Bigli “una saga familiare che meriterebbe il racconto di Fernand Braudel”. Federico Radice Fossati, presidente della Fondazione, ha illustrato il senso di questo importante progetto culturale. Di grande interesse, nella sessione pomeridiana della Giornata di Studi, l’intervento di Alberto Lasagna, direttore di Confagricoltura Pavia, che ha parlato de “L’acqua, alleata e nemica: lineamenti di storia del paesaggio fluviale tra esondazioni, regimazioni, utilizzo”. “Il Po, pur essendo un grande fiume, non ha la dignità dei grandi fiumi europei – ha sottolineato Lasagna -. In 500 anni siamo stati capaci di cambiare il viaggio dell’acqua, ma nel 2025 rischiamo che il viaggio dell’acqua torni ad essere quello dei fiumi. Dobbiamo creare un’allenza con la falda freatica, la nostra risorsa più importante”.

SUL PROFILO INSTAGRAM DE “IL TICINO” POTETE VEDERE UN PASSAGGIO DELL’INTERVENTO DI ALBERTO LASAGNA, DIRETTORE DI CONFAGRICOLTURA PAVIA