“La Festa del Lavoro e il futuro di Pavia”: l’editoriale di Don Franco Tassone su “il Ticino”

Martedì 30 aprile, alle 17.30, l'incontro alla Sea Vision

Pubblichiamo anche sul sito www.ilticino.it l’editoriale di don Franco Tassone, uscito sul numero del settimanale “il Ticino” di venerdì 26 aprile 2024.

 

Di Don Franco Tassone

 

Il 30 aprile alle 17.30 saremo invitati alla Festa del Lavoro con il nostro Vescovo, alla Sea Vision, eccellenza di Pavia, insieme ad alcuni protagonisti dello sviluppo della nostra realtà. Qualche giorno prima, il 22 aprile, abbiamo presentato il quadro delle opportunità e dei rischi che ‘i decisori’ dovranno affrontare già nella prossima campagna elettorale e nello sviluppo di idea di Città. “Spunti di discussione sul futuro della Città di Pavia” mostra una città vitale, in una posizione strategica del nord Italia, con una notevole capacità di attrarre studenti e lavoratori e con una forte vocazione in settori decisivi del sapere e dell’economia della conoscenza. Il nostro territorio è destinatario di investimenti e progettualità importanti che, se portati a buon fine, possono innescare un ulteriore salto in avanti. Tra i segnali di speranza ricordiamo i seguenti: il progetto Supernova, volto a rigenerare l’area industriale della Necchi; il progetto UnaPavia, finalizzato a rigenerare la Neca; il costante sviluppo del Cnao, un’eccellenza ormai a livello internazionale; il progetto Parco Gerolamo Cardano per l’Innovazione Sostenibile; il cosiddetto Distretto delle Scienze, un chilometro quadrato nel quale l’Università di Pavia, tre Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs), il CNR, lo Iuss, il Cnao e la Fondazione Eucentre danno lavoro a 3.800 ricercatori e docenti e insegnano a circa 14.000 studenti di area medico-scientifico-tecnologica; il neo costituito Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore (fondazione di diritto privato, con tre ministeri come membri fondatori, meglio conosciuta come Fondazione Chips-IT), il cui scopo è promuovere la progettazione e lo sviluppo di circuiti integrati a semiconduttore; il costante aumento di iscritti all’Università di Pavia, provenienti anche dall’estero; la creazione di nuovi collegi universitari, anche con fondi provenienti dal Pnrr; la crescita esponenziale di Sea Vision, oggi l’impresa privata pavese con il più alto numero di dipendenti, operante anche nel settore dell’intelligenza artificiale.

 

L’integrazione e la crescita della solidarietà

 

In questa situazione così favorevole, come comunità cristiana offriamo anche dati di riflessione per l’integrazione e la crescita della solidarietà. Pavia è in se stessa un monumento vivente al sapere e a una delle sue declinazioni più preziose per l’uomo (cioè la cura). Peraltro, gli istituti di cura, con i grandi volumi economici da loro mossi, sono e possono ancor più essere un motore eccezionale per un’ulteriore ricerca scientifica e declinazioni applicative. In tale prospettiva, come testimoniato anche da esperienze internazionali (ad es. Cambridge, Grenoble e Tolosa), è importante che la visione di una città della bellezza e del sapere non sia intesa in senso statico, come una realtà antindustriale o post-industriale, incentrata sui soli servizi, per quanto di qualità, ma anzi si basi su una stretta interdipendenza e fertilizzazione incrociata tra formazione, ricerca, sanità, cultura e industria. Si tratterebbe, per certi versi, di recuperare la vocazione originaria di Pavia (e del territorio di riferimento), adattandola e declinandola rispetto alle nuove specializzazioni, con particolare riferimento ai settori più innovativi, attraverso una contaminazione non solo tecnico-scientifica ma anche culturale e comportamentale. Una prospettiva rinforzata dalla presenza di una moltitudine di aree dismesse o comunque da valorizzare, diverse delle quali in posizione di forte continuità spaziale e funzionale con il macro-polo scientifico-sanitario di nord ovest, che richiedono necessariamente una prospettiva di recupero di carattere multifunzionale e multi-scala per poter essere concretamente attuate.

 

Una realtà inclusiva e ispirata alla mobilità sociale

 

L’inclusione: una ‘città della bellezza e del sapere’ non deve essere intesa come una realtà snob o elitaria. Al contrario, la logica dovrebbe essere quella di una realtà cosmopolita, inclusiva e ispirata alla mobilità sociale e all’abbattimento delle barriere, di qualsiasi natura e tipo. Si tratta di un’esigenza mossa in primo luogo da motivazioni solidaristiche, ma che diventa congiuntamente uno strumento di resilienza e, in prospettiva, di attrazione di capitale umano, in parziale alternativa al “modello Milano”. Anche da questo punto di vista, Ateneo, sistema socio-sanitario e amministrazioni locali possono giocare un ruolo importante, attraverso diversi strumenti: incremento delle borse di studio, ampliamento della residenzialità a prezzi calmierati, creazione di servizi di medicina e assistenza di territorio a partire dai quartieri periferici e/o caratterizzati da popolazione più anziana, sviluppo di servizi di consegna a domicilio, servizi di assistenza e supporto alle persone indigenti, counseling psicologico e ‘linee d’ascolto’, potenziamento degli strumenti di aiuto alimentare alle fasce deboli per garantire il diritto al cibo, potenziamento degli strumenti di integrazione dei cittadini di origine straniera. Pavia possiede già una realtà poco conosciuta, ma vivace di iniziative di inclusione, di cura del prossimo, di rimedio ai limiti dello sviluppo. Questa sua risorsa andrebbe valorizzata e potenziata, erigendo a simbolo e sistema, le pratiche dell’inclusione. Non si tratta di integrare forzosamente le tante iniziative oggi presenti, ma di farle divenire avvertite l’una dell’altra, di renderle complementari, di farle crescere e mettendole in luce. Pavia ha la taglia giusta per divenire un caso esemplare di città solidale e per fare di questa esemplarità un oggetto di orgoglio municipale.