Papa Francesco: “Sto pensando a un Paese dove i cristiani sono perseguitati, perché sono cristiani ”

L'intervento del Santo Padre durante l'udienza generale di mercoledì 23 agosto

“Sto pensando a un Paese dove i cristiani sono perseguitati, perché sono cristiani e non possono fare la loro religione bene e in pace”. Non lo ha citato esplicitamente ma il riferimento del Papa parlando a braccio è stato probabilmente al Nicaragua, stamani, mercoledì 23 agosto, durante l’udienza generale, dedicata alle Americhe, nell’Aula Paolo VI. E in quel Paese americano un vescovo è in carcere, sotto il regime di Daniel Ortega, e un altro è stato costretto a espatriare. Non è stato il solo riferimento del Papa a nazioni provate nel panorama geopolitico attuale. In due diversi momenti, il Pontefice ha ricordato anche l’Ucraina, trafitta dalle sofferenze della guerra, nel giorno in cui si celebra la bandiera nazionale, alla vigilia della festa dell’indipendenza dall’Unione Sovietica ottenuta il 24 agosto 1991. “Preghiamo per i nostri fratelli e sorelle ucraine: soffrono tanto, la guerra è crudele. Tanti bambini spariti, tanta gente morta”. Centro della catechesi del Papa, stamani, “La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente”. Francesco ha incentrato la sua meditazione sulle apparizioni della Vergine di Guadalupe a san Juan Diego. “Il Vangelo si trasmette nella lingua materna – ha detto -. E io vorrei dire grazie alle tante mamme e nonne che lo tramandano ai figli e ai nipoti: la fede passa con la vita, per questo le madri e le nonne sono le prime annunciatrici”.  Lo sguardo del Pontefice nel percorso alla riscoperta della passione per l’annuncio del Vangelo è rivolto, in questo caso, alle Americhe. “Qui l’evangelizzazione ha una sorgente sempre viva: Guadalupe – ha evidenziato -. Il Vangelo vi era giunto già prima di quelle apparizioni, ma purtroppo era stato accompagnato anche da interessi mondani. Anziché la via dell’inculturazione, era stata percorsa troppo spesso quella sbrigativa di trapiantare e imporre modelli precostituiti, mancando di rispetto verso le popolazioni indigene”. Il Papa ha ricordato poi che “la Vergine di Guadalupe, invece, appare vestita con gli abiti degli autoctoni, parla la loro lingua, accoglie e ama la cultura del luogo: è Madre e sotto il suo manto trova posto ogni figlio”. “In Maria, Dio si è fatto carne e, tramite Maria, continua a incarnarsi nella vita dei popoli. La Madonna, infatti, annuncia Dio nella lingua più adatta, la lingua materna”. Il percorso indicato dal Papa per tramandare il Vangelo si compie, dunque, “nella semplicità”: “Sempre la Madonna sceglie i semplici, sulla collina del Tepeyac in Messico come a Lourdes e a Fatima: parlando a loro, parla a ciascuno, con un linguaggio adatto a tutti, comprensibile, come quello di Gesù”. (Agensir)

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