Gmg: la Via Crucis con Papa Francesco e 800mila giovani

“Gesù cammina perché la nostra anima possa sorridere”

“Gesù cammina, ma aspetta qualcosa. Aspetta la nostra compagnia, aspetta che lo guardiamo. Aspetta dall’anima di ognuno di noi che non siamo anime chiuse, ma che sorridono dentro”. E’ una delle frasi della breve, ma intensa meditazione di Papa Francesco, all’inizio della Via Crucis con i giovani nel Parque Eduardo VII, lo stesso luogo della cerimonia di accoglienza della Gmg e del primo abbraccio col successore di Pietro. “Gesù cammina – ha esordito il Papa, attorniato da 800 mila giovani, salutati nell’interminabile giro del parco sulla jeep bianca scoperta – ma il cammino che più è inciso nel nostro cuore è il cammino della croce, e oggi voi, con me, potrete rinnovare il cammino della croce”. La terza giornata del Papa in Portogallo era cominciata nel Parco delle confessioni, allestito nel giardino Vasco da Gama, nel quartiere di Bélem. Tra la distesa dei confessionali in legno, in file ordinate sulla grande spianata verde per garantire la riservatezza dei ragazzi e dei loro rispettivi confessori, ce n’era uno speciale: quello dove ha trovato posto posto Francesco, che ha amministrato il Sacramento della Riconciliazione a tre ragazzi. Dopo il fiume dei 500 mila giovani che hanno affollato, per la cerimonia di accoglienza, il Parque Eduardo VII, con il loro chiasso molto apprezzato da Bergoglio, è seguito il giorno del raccoglimento e dell’intimità, culminato con la Via Crucis, uno dei momenti più attesi dal “popolo” giovane delle Gmg. “Guardiamo a Gesù che passa e camminiamo con lui”, il primo invito del Papa: “Il cammino di Gesù è quello di Dio che esce da se stesso per camminare tra di noi. E’ quello che sentiamo tante volte a Messa: ‘il Verbo si è fatto carne e ha camminato in mezzo a noi, è venuto ad abitare in mezzo a noi’. E questo lo ha fatto per amore, lo fa per amore. E la Croce che accompagna ogni Giornata mondiale della gioventù è l’icona, l’immagine di questo cammino. E’ il senso dell’amore più grande, questo amore con cui Gesù vuole abbracciare la nostra vita, quella di ognuno di noi”. “Gesù cammina per me, dobbiamo dirlo tutti!”, ha esclamato Francesco: “Gesù comincia questo cammino per me, per dare la sua vita per me. E nessuno ha un amore più grande di colui che dà la sua vita per gli altri: non dimentichiamoci questo, e questo ce lo ha insegnato Gesù. Per questo, quando guardiamo il Crocifisso, una cosa così dura e piena di dolore, vediamo la bellezza che Gesù dà alla vita di ciascuno di noi”. Poi la citazione di una frase, sotto forma di preghiera: “Signore, per la tua ineffabile agonia, io posso credere nell’amore”. “Gesù cammina, ma aspetta qualcosa”, ha proseguito il Papa: “Aspetta la nostra compagnia, aspetta che lo guardiamo. Aspetta dall’anima di ognuno di noi che non siamo anime chiuse, ma che sorridono dentro. Cammina Gesù, e aspetta, spera con il suo amore, con la sua tenerezza di darci consolazione, di asciugare le nostre lacrime”. “Vi faccio una domanda”, le parole al popolo giovane della Gmg: “Io piango qualche volta? Ci sono cose nella vita che mi fano piangere? Tutti nella vita abbiamo pianto e ancora piangiamo, e Gesù piange con noi, perché lui ci accompagna nell’oscurità che c’è con il pianto”. “Ognuno di noi dica adesso in silenzio perché piange nella vita”, l’esortazione di Francesco: “Gesù con la sua tenerezza asciuga le nostre lacrime nascoste. Vuole colmare con la sua vicinanza la nostra solitudine, vuole colmare le mie paure, le tue paure oscure, con la sua consolazione vuole spingerci ad abbracciarci. Amare è rischioso, e lui sa meglio di noi che amare è rischioso. Amare è un rischio, e vale la pena correrlo, e lui ci accompagna sempre, è sempre vicino a noi in ogni tappa della vita Oggi faremo il cammino con lui, della nostra sofferenza, delle nostre ansie, delle nostre solitudini. Ognuno di noi pensi alle proprie sofferenze, alle proprie ansie, alla proprie miserie che fanno paura. Ci pensi e pensi alla voglia che l’anima torni a sorridere. E Gesù cammina verso la croce, perché la nostra anima possa sorridere”.

 

M.Michela Nicolais (Agensir)

(Foto Agensir)