“Elisabetta II, una regina assolutamente al di fuori del comune”

La riflessione del Dott. Gustavo Cioppa, Magistrato, già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia

Abbiamo appena assistito – in grandissimo numero – ad un evento eccezionale: i funerali di Elisabetta II. Uno spettacolo, pur luttuoso, ma non per questo meno spettacolare. Verrebbe voglia di dire, col Manzoni “né sa quando una simile orma di piè mortale la sua cruenta polvere a calpestar verrà”. E già, lo spettacolo era sontuoso, ma i quattro miliardi di persone  – i rimanenti non possedevano il televisore o non avevano disponibile  Internet – non erano attratti, se non in minima parte, dallo spettacolo: desideravano rendere omaggio ad una piccola donna, quasi centenaria, che era stata una grandissima regina, già in vita passata alla storia. Abbiamo visto file chilometriche di persone che volevano rendere personalmente omaggio alla defunta, sottoponendosi a lunghissime ore di attesa. Non è esagerato osservare che un evento simile non s’era mai visto: eppure, tanti monarchi, presidenti, persone illustrissime muoiono ogni giorno, avendo meritato  stima ed affetto generali.

E, allora, perchè la morte di Elisabetta ha suscitato tanta attenzione, tanta commozione?  Ebbene, la risposta è inequivoca: per le qualità della persona, assolutamente al di fuori del comune. Si fosse trattato di un presidente piuttosto che di un regnante, di un grande scienziato o di un benefattore dell’umanità, lo spettacolo sarebbe stato diverso, ma la commozione sarebbe stata la stessa.

Ebbene, cosa aveva Elisabetta di tanto speciale? Anzitutto la volontà consapevole di essere – lei regina – al servizio della democrazia (la più antica dell’età moderna) e dei suoi connazionali; la capacità di tenere uniti – in tempi di grandissimi cambiamenti – tutti i popoli del Commonwealth, autonomi ed indipendenti, ma uniti dal legame con la regina, come ha documentato ampiamente la cerimonia funebre; un’interpretazione del ruolo mai sopra le righe con un esemplare spirito di dedizione al suo compito.

Ha attraversato due secoli: quasi tutto il ‘900 ed i primi, tumultuosi, ventidue anni del nuovo millennio. Ha vissuto la seconda guerra mondiale a Londra, con i genitori, sotto le bombe tedesche. Giovane regina, è stata sempre accanto al suo popolo nell’ardua opera di ricostruzione postbellica. Ha assistito, partecipe, all’inevitabile dissoluzione dell’impero ed all’assestamento, tutt’altro che facile, del già citato Commonwealth. Ha consigliato, ricevendoli quasi quotidianamente, decine e decine di Primi Ministri. Ha vissuto, senza mai scomporsi, ma con vigile attenzione, la crisi del “Canale di Suez”, le guerre arabo-israeliane, che vedevano cospicui interessi britannici in gioco, la guerra delle Falkland  combattuta, nell’altro emisfero della terra, dalle forze armate inglesi contro quelle argentine. E si potrebbe a lungo continuare nella elencazione.

Sempre e comunque la regina ha costituito per gli inglesi un fermo e sicuro punto di riferimento. Ha sepolto il padre, la madre, la sorella, il marito con lo stesso, grave contegno di lutto e di dolore, testimoniando un animo fortemente addolorato, ma uno spirito sempre saldo e risoluto. E, allo stesso modo, ha affrontato le difficoltà cui una grande e numerosa famiglia va spesso incontro.

Al centro di tutto sempre lei, la piccola Lilibeth, chiamata a risolvere i problemi di tutti. Che altro dire di una regina inimitabile? Tanto altro ci sarebbe da dire. Anzitutto, che è stata degna  quanto a determinazione e consapevolezza del proprio ruolo, naturalmente in tempi e costumi diversissimi, quant’altri mai, della omonima sua, figlia di Enrico VIII  e di Anna Bolena, che regnò quattro secoli prima.

Ha lasciato un inimitabile esempio di probità, di vita austera ed aliena da ogni frivolezza, di grande donna e di grande regina, cui hanno sempre guardato, susseguendosi nel tempo, tutti i grandi della terra. E, allora, bandiere abbrunate non solo sulla Torre di Londra e su tutti gli edifici pubblici d’Inghilterra, ma anche nel cuore di tutti coloro che sanno apprezzare un animo nobile e uno spirito di serena, assidua compostezza: di dignità, alfine, davvero regale.

 

Dott. Gustavo Cioppa, Magistrato, già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia