Assolombarda: “La guerra in Ucraina allontana il recupero del Pil lombardo”

Nicola de Cardenas (presidente della sede di Pavia): "Siamo preoccupati perchè il conflitto sta avendo un impatto importante sulle imprese del territorio"

Il conflitto Russia-Ucraina sta compromettendo duramente il quadro di recupero della Lombardia, considerato che a fine 2021 il Pil era ancora sotto del -2,9% rispetto al 2019, e si inserisce dopo un 2021 di forte rimbalzo (+6,6%). Le conseguenze del conflitto stanno influendo pesantemente sugli scambi commerciali con i Paesi interessati, determinando un nuovo shock sui prezzi delle materie prime energetiche e non, alimentano l’incertezza per imprese e famiglie, nonché resta aperto il contagio finanziario. Prima dell’inizio della guerra, le stime per il 2022 delineavano un tasso di crescita del Pil lombardo del +4%. Il perdurare della situazione attuale potrebbe far tagliare la stima, rallentando l’entità e i tempi della ripresa post pandemica che avrebbe potuto permettere una risalita pienamente sopra i livelli 2019 e colmare il divario del -2,9% rispetto al pre Covid ancora aperto a fine 2021. E’ quanto emerge dall’analisi economica a cura del Centro Studi di Assolombarda e pubblicato su “Genio & Impresa”, il web magazine dell’Associazione dove vengono analizzati gli impatti economici del conflitto Russia-Ucraina

 

La situazione in provincia di Pavia

 

Le imprese del pavese, dopo il rimbalzo dell’export registrato nel 2021 (+8,5% su base annua, ma -8,4% il gap rispetto al pre Covid), risultano nel complesso meno esposte alla crisi del mercato russo rispetto alla Lombardia (1,1% l’export provinciale verso Mosca, ossia 40 milioni di euro, rispetto a una media regione dell’ 1,6%), ma con una vulnerabilità maggiore della media per moda e calzaturiero (2,2% l’incidenza della Russia sulle esportazioni provinciali del settore), chimica (1,9%) e meccanica (1,6%). Sul fronte delle importazioni, invece, il territorio pavese risulta maggiormente colpito con il 4,3% delle forniture estere provenienti da Mosca, quasi totalmente legate al settore energetico del territorio. L’occupazione, nel 2021, è rimasta sostanzialmente ferma, evidenziando ancora un gap di quasi 11mila unità rispetto al 2019 (-4,5%), ed è cresciuta sensibilmente la disoccupazione al 7,0% (dal 5,6% del 2020). “Siamo preoccupati perché il conflitto sta avendo un impatto immediato e importante sull’economia e sulle imprese del territorio, andando ad aggravare una situazione già molto critica per quanto riguarda energia e materie prime, soprattutto relativamente a legname, grano, mais e acciaio – ha dichiarato Nicola de Cardenas, nella foto, presidente della sede di Pavia di Assolombarda -. L’export provinciale verso la Russia vale 40 milioni di euro, con i settori più esposti che risultano essere moda e calzaturiero. Ora le aziende si trovano ad affrontare ulteriori gravi difficoltà e per questo motivo, come Assolombarda, abbiamo sentito l’urgenza fin da subito di dare risposte e supporto nella gestione dell’emergenza e degli effetti della crisi. Abbiamo, quindi, attivato sul sito web dell’Associazione un desk informativo e di servizio dedicato al conflitto Russia-Ucraina per dare risposte concrete e supporto alle nostre imprese”.