La Sacra Scrittura di domenica 16 gennaio

Il commento di don Michele Mosa. «Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito»

Elogio della diversità. E dico – con Silvano Fausti – diversità e non differenza. Perché non si tratta di più o meno, la logica della differenza appunto, ma delle proprie qualità. Dei doni ricevuti (da Dio o dalla natura). Elogio dell’unità, che non è la somma delle differenze – lo sappiamo bene: sarebbe una tavolozza dove i colori si mischiano, quindi sarebbe inutilizzabile – ma un mosaico bizantino o una vetrata gotica: un capolavoro. Elogio dell’incontro: Io e Tu, cioè Noi. Senza pensare a un Voi che si contrappone o che segna un confine, che fa quindi una differenza. L’Io è per il Tu e viceversa. L’Io si esprime solo nel Noi dove incontra il Tu. Ingarbugliato più che complicato, forse. Bisogna alzare gli occhi al cielo e immediatamente abbassarli sulla terra: è la Trinità, incontro di tre persone, diverse fra loro, ma indissolubilmente unite. La diversità non è in antitesi all’unità, l’unità non si contrappone alla diversità. Il punto di partenza, che purtroppo oggi si cerca di cancellare, è la diversità. Ma – lasciatemelo dire almeno come domanda – cancellare la diversità non è cancellare la persona? Unico non significa infatti senza il Tu con cui confrontarti e crescere ma che siamo tutti “dei particolari”, irripetibili. La diversità – scriveva Silavano Fausti – «è l’identità di ogni persona è unica e irripetibile; è una sfaccettatura di Dio, della multiforme sapienza di Dio, della multiforme bellezza di Dio». Unico con i miei doni e i miei difetti. Tre sono, in conclusione, i passaggi che Paolo indica: “riconoscere” i doni dello Spirito; “comprendere” che sono differenti, non contrari ed in opposizione tra loro; “ricondurre in unità la molteplicità” che è dono dello Spirito e sua manifestazione di grazia. Prima di tutto, Paolo afferma che nella Chiesa ci sono “carismi, ministeri e operazioni”. Non si tratta di un’affermazione scontata, ma della constatazione della presenza di Dio nella comunità credente. Partiamo dalla realtà e non dalle idee o dalle teorie, teologiche comprese: «la realtà è superiore all’idea», leggiamo in “Evangelii Gaudium” al n 231. La diversità che edifica l’unità: e Paolo ci introduce così alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio).

Don Michele Mosa