“Natale 2021: una speranza per i nostri giorni”

L'editoriale del Vescovo di Pavia, Mons. Corrado Sanguineti, sull'ultimo numero de "il Ticino"

Quest’anno arriviamo alle feste natalizie con l’animo attraversato da sentimenti contrastanti: si percepiscono i segni della festa e c’è movimento nelle strade; la nostra Italia, in mezzo a tante difficoltà, è un Paese che sta ripartendo, con risultati che destano perfino ammirazione all’estero. Allo stesso tempo il Covid non ci abbandona: sembra un tunnel infinito … Non mancano, tuttavia, le difficoltà economiche nella vita di non poche famiglie e aumenta il numero delle persone che entrano nel mondo della povertà. E se per un momento allarghiamo l’orizzonte, è sempre drammatica la situazione dei migranti e dei profughi, che bussano alle porte di un’Europa chiusa e spesso ostile, permangono guerre dimenticate, fenomeni di violenza e persecuzione in molte nazioni dell’Africa e dell’Asia, spesso contro i cristiani, nell’indifferenza del mondo; ed è di questi giorni l’addensarsi di nubi di guerra nell’Europa stessa, intorno alla nazione ucraina, così come non promette nulla di buono la politica espansionista della Cina verso Taiwan e la “normalizzazione” imposta dal governo di Pechino a Hong Kong, mentre prosegue, nel silenzio generale, la violenta politica del governo militare del Myanmar. Eppure torna il Natale e quest’anno potremo di nuovo celebrare la Messa della Notte nelle ore serali, anche a mezzanotte, secondo l’antica tradizione. Non è soltanto una “bella tradizione” o un momento carico di emozioni di un certo “clima natalizio”. È molto di più, perché partecipare all’Eucaristia nelle ore notturne esprime il senso e il dono del Natale.

 

Una festa di speranza

 

Natale è la celebrazione di una nascita: la nascita di un bambino, Gesù, che per noi cristiani è il Figlio di Dio fatto uomo e per tutti è una presenza che ha cambiato la storia e ha portato una nuova percezione della persona umana e della sua dignità intangibile. In realtà ogni bimbo che nasce è come una luce di speranza che si accende nel mondo e l’odierna crisi demografica, sempre più grave anche in Italia, non è soltanto riconducibile a cause economiche o alla mancanza di un adeguato sostegno alla maternità e alla vita delle famiglie, ma è frutto di un clima d’incertezza, di paura, di poca speranza, che come un tarlo va crescendo soprattutto nel mondo ricco e benestante. Ci sono delle statistiche preoccupanti che provengono dagli Stati Uniti e da altri Paesi occidentali, che mostrano nei giovani un crescente senso d’insicurezza esistenziale e di sfiducia nell’immediato futuro, e la conseguente volontà di non mettere al mondo figli. Se viene meno la speranza, se non c’è più nulla di grande per cui vale la pena vivere e morire, amare e soffrire, lavorare e costruire, è come se s’inaridisse la sorgente della vita. Natale è radicalmente festa di speranza, è una luce che splende nelle tenebre, come accadde in quella notte, nei campi di Betlemme, quando ad alcuni pastori avvolti dalla luce è risuonato l’annuncio di una grande gioia per la nascita di un bambino, un salvatore, il Cristo Signore.

 

Un incontro che rende vivi

 

Da dove rinasce oggi la speranza? Ogni volta che, in qualche modo, incontriamo un volto, uno sguardo, una presenza umana che fa sussultare il cuore, che ridona senso e gusto al tempo e alle giornate. Così deve essere accaduto a Maria e a Giuseppe, mentre guardavano stupiti quel bimbo venuto alla luce, così ai pastori e ai magi, a Simeone e Anna, e poi, quando quel bambino è diventato un giovane uomo, è lo stesso contraccolpo di stupore che ha conquistato i primi discepoli, i poveri e i semplici. Natale è rinascere per il dono di un incontro con una realtà umana che ha dentro di sé qualcosa di divino, d’infinito: Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi, si fa presente nella forma fragile dell’umanità di chi l’ha incontrato e lo sta seguendo nella fede, un’umanità che rimane debole e imperfetta, eppure più lieta, più bella, più vera. È un incontro così che fa rinascere la speranza, che rende vivi e capaci di generare vita intorno a noi: «Natale è una domanda: sono vivo? In e attorno a me la vita fiorisce o no? Sto nascendo o morendo?» (Alessandro D’Avenia). Augurare “buon Natale” è augurare di essere persone vive, che fanno rifiorire la vita, per il dono di un incontro con una presenza umana che testimonia e comunica il mistero del Dio con noi.

 

Mons. Corrado Sanguineti

(Vescovo di Pavia)