“Le imprese di Pavia faticheranno a uscire dalla crisi scatenata dalla pandemia nel 2021. Non è ancora possibile misurare gli effetti sulle economie territoriali della pandemia da Covid-19 perché alcune misure, come gli indicatori legati al benessere delle famiglie o l’andamento del valore aggiunto, si renderanno disponibili solo nel corso del 2021. Tuttavia già oggi si può dire che l’economia pavese sta pagando un prezzo molto alto alla pandemia”. E’ l’analisi che emerge dal monitoraggio condotto dalla Camera di Commercio di Pavia (nella foto l’ingresso della sede di via Mentana) in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne su un campione di 500 imprese dei settori manifatturiero, commercio, alloggio e ristorazione, che, secondo alcune valutazioni (fra cui anche quelle prodotte da Istat), sono tra i settori maggiormente penalizzati.
“La situazioni di crisi in cui l’economia pavese si è ritrova a oltre un anno dall’inizio della pandemia è evidente – dichiara il commissario straordinario della Camera di Commercio di Pavia, Giovanni Merlino –. E’ necessario rimettersi in marcia e avviare una ripresa che riporti in prima linea i settori su cui dobbiamo puntare come traino dell’economia locale, a cominciare da innovazione e non solo: agricoltura, turismo e anche il manifatturiero che ha mostrato una certa vitalità, ad esempio, in settori peculiari del nostro territorio come quello sanitario. La Camera sta investendo molte risorse per supportare le imprese alla tenuta o al ritorno sul mercato produttivo: ci auguriamo che uno sforzo comune possa dare risultati molto positivi”
Guardando al bilancio 2020, il 28,3% delle imprese pavesi ha evidenziato perdite di fatturato superiori al 15% ma, più in generale, quasi i tre-quarti delle imprese pavesi ha chiuso l’anno con il segno meno. “Due gli aspetti eclatanti fra quelli misurabili – si legge nel documento diffuso oggi, giovedì 29 aprile, dalla Camera di Commercio di Pavia in occasione della ‘Giornata dell’Economia’ -: il calo dell’occupazione, e più in generale delle ore lavorate, già evidente nel pavese e che ha riguardato soprattutto donne e i lavoratori a tempo determinato (per ogni 5 contratti esistenti ne è andato in fumo uno), in particolare quelli del commercio, turismo e somministrazione (-43%).
Si aggiunge il calo dell’export che ha riguardato Paesi dell’area euro e il sistema moda e presenta un’ aggravante rispetto al resto del Paese, ovvero, di essersi consolidato nella seconda parte dell’anno quando la Lombardia ed il Paese hanno quanto meno tenuto le posizioni del 2019: a differenza della Lombardia e del sistema Paese, Pavia non è riuscita ad agganciare la ripresa che si è evidenziata nella seconda parte dell’anno soprattutto negli ultimi tre mesi. Il bilancio della variazione delle esportazioni nel 2020 vede, infatti, l’area pavese chiudere con un -15,7% (che è la perdita peggiore fra tutte le province lombarde) dopo che nei primi nove mesi dell’anno i danni erano paragonabili a quelli medi regionali”.