Di Laura Rossi
Dopo la mostra “L’epoca fragile?”, che ha esplorato le vulnerabilità dell’essere umano, sempre la suggestiva cornice del Museo Diocesano di Pavia presenta la sua naturale prosecuzione: “La cura dell’uomo”, visitabile dal 10 al 25 maggio. Il progetto, curato da Filippo Moretti e da Giosuè Allegrini, nasce dalla sinergia tra enti d’eccellenza del territorio – Università di Pavia, con diversi dipartimenti coinvolti, Fondazione Museo Diocesano, Collegio Cairoli, Edisu, Policlinico San Matteo, Fabbrica Poggi, e le istituzioni locali – e si configura come un vero laboratorio di pensiero condiviso. In mostra oltre quaranta opere di grande respiro internazionale, tra cui lavori di Banksy, Mimmo Paladino, Bruno Ceccobelli, Giorgio de Chirico, Gino De Dominicis, Ai Weiwei, Alain Arias Misson, Renato Guttuso e molti altri, per raccontare in cinque tappe le molteplici forme della cura: del corpo, dell’anima, dell’altro, del mondo e dell’arte stessa. “Non si tratta – spiega Filippo Moretti –di una classica esposizione d’arte: è uno spazio di pensiero. Non vogliamo esaurire il tema, ma aprirlo, inquietarlo, rilanciarlo. È una riflessione estetica condivisa sull’essere umano, sulla sua fragilità e sul miracolo della cura reciproca, che può persino trasformare l’uomo, renderlo ‘pura rigenerazione’. L’arte è qui un linguaggio per tornare all’essenziale”. Tra i progetti più toccanti, quello del Policlinico San Matteo: dodici “teste” realizzate da giovani pazienti oncologici raccontano, attraverso l’arte, il dolore, la speranza e la forza della condivisione. Un viaggio emotivo che culmina nella consapevolezza che raccontare è già curare. L’allestimento non segue un percorso lineare, ma si sviluppa per ambienti tematici che avvolgono il visitatore, chiamandolo a fermarsi, osservare, ascoltare. Le audioguide e i pannelli interpretativi lo accompagnano in una meditazione guidata sull’umano, dove le opere diventano strumenti di consapevolezza. L’inaugurazione è fissata per sabato 10 maggio, alle 17, al Museo Diocesano: un invito a lasciarsi interrogare, attraversare e trasformare.
Nella foto il comitato organizzatore della mostra (da sinistra: Andrea Vaccari, Matteo Borioli, Giosuè Allegrini, Filippo Moretti, Marco Romano, Giampaolo Azzoni e Andrea Pietrabissa)