Un’opera di Sergio Alberti negli Horti del Collegio Borromeo di Pavia

Venerdì 1° marzo, alle 17, la presentazione

Venerdì 1° marzo, alle 17, nella splendida cornice di Horti, in viale Lungo Ticino Sforza 46 a Pavia, si terrà la presentazione dell’opera dell’artista pavese Sergio Alberti “Traccia Vegetale Interrotta”, scultura in bronzo e acciaio inox, realizzata nel 2013, ora collocata all’interno del parco dell’Almo Collegio Borromeo. Venerdì il maestro Alberti dialogherà con Giorgio Panizza, docente dell’Università di Pavia. Introduce il rettore Alberto Lolli. L’ingresso è libero.

“Ringrazio il rettore per aver accolto la mia opera – dichiara Sergio Alberti -. Sono contento che venga ospitata in uno spazio che a Pavia si sta affermando come un importante polo culturale della città, un museo all’aperto che mette in relazione e consente un dialogo tra artisti. La mia opera è del 2013 ed è un estratto di molti anni di ricerca a carattere archeologico che mira a celebrare i valori naturalistici. È una scultura in acciaio inossidabile e bronzo che esprime in modo simbolico un elemento di carattere naturalistico, sviluppandosi in verticale, alla ricerca della luce e dello spazio. Un’opera che afferma il rapporto con la natura”.

“Sono molto riconoscente a Sergio Alberti, un artista che nasce in questo territorio ed esprime con la sua arte il tormento, la ricerca e la profondità dello stesso territorio – afferma il rettore Alberto Lolli -. La “Traccia vegetale interrotta” che ha lasciato negli Horti è una traccia che esprime grande sensibilità, umanità e responsabilità perché ha contribuito, con il suo senso di comunità, ad arricchire un luogo che è per tutti”.

“Gli Horti sono diventati un luogo bellissimo in cui si trovano insieme socialità, natura e arte. Ospitano molti e notevoli documenti di arte contemporanea, testi artistici che dialogano con il contesto del parco e con la natura. Ora si aggiunge l’opera realizzata da Sergio Alberti, artista pavese di livello internazionale che, a partire dal dopo guerra, ha intrapreso un percorso di formazione e dialogo con l’arte. Era uno dei tasselli mancanti – spiega Giorgio Panizza, docente di Letteratura italiana all’Università di Pavia -. Un elemento della scultura di Alberti, collocata agli Horti, allude alla forma delle foglie che non sono altro che una delle tante forme recuperate attraverso gli scavi compiuti nel territorio e nella realtà. L’artista non si propone mai di rappresentare, come potrebbe sembrare superficialmente, ma lavora sui frammenti del mondo che lo scavo gli propone. Frammenti che vengono ricomposti in una ricerca di equilibrio che si congela nel momento”.