Il delitto di Gigi Bici, la Procura di Pavia ha chiuso le indagini: Barbara Pasetti ha confessato

Condotti nuovi accertamenti dopo l'interrogatorio dello scorso 5 ottobre. Cade l'aggravante della premeditazione

La Procura di Pavia ha chiuso oggi, venerdì 27 gennaio, le indagini per il delitto di Luigi Criscuolo, 60 anni, conosciuto da tutti in città come Gigi Bici per l’attività svolta per molti anni. Accusata dell’omicidio è Barbara Pasetti, fisioterapista 40enne della frazione Calignano di Cura Carpignano (Pavia), in carcere da oltre un anno: in un campo vicino alla sua villa, nel pomeriggio del 20 dicembre 2021, venne trovato il cadavere di Criscuolo, che era sparito dall’8 novembre . Pasetti è accusata di omicidio volontario, occultamento di cadavere, tentata estorsione aggravata. Nella nota, firmata dal procuratore Fabio Napoleone, in cui si rende nota la chiusura delle indagini, viene sottolineato che il 5 ottobre scorso, in un interrogatorio al quale lei stessa aveva richiesto di sottoporsi, “l’indagata ha ammesso gli addebiti”. Dopo la confessione di Barbara Pasetti, le indagini sono proseguite per far luce su “specifiche modalità di esecuzione del delitto”, sulle “ragioni che l’avevano portata ad avere rapporti personali con Luigi Criscuolo” ed anche ai comportamenti tenuti da Gigi Bici verso la donna. In particolare si fa riferimento a “inattese richieste di denaro” avanzate da Criscuolo verso la donna. Gli ultimi accertamenti compiuti, per avere un riscontro alle dichiarazioni rese da Pasetti nell’interrogatorio del 5 ottobre, hanno riguardato una corda ritrovata nel garage dell’abitazione, utilizzata per spostare il corpo di Gigi Bici dopo il delitto, una bicicletta maneggiata dall’uomo al fine di farne una stima economica e un “documento contenente un riconoscimento di debito effettuato in favore della stessa Barbara Pasetti”. Nei confronti dell’indagata è caduta l’aggravante, inizialmente contestata, che si riferiva ad una sua presunta premeditazione: “I fatti – sottolinea la nota della Procura – si sono svolti in modo repentino e sostanzialmente occasionale, attraverso l”uso di un’arma che lo stesso Luigi Criscuolo aveva consegnato a Barbara Pasetti”.