Pavia, cresce l’allarme per la basilica di San Michele Maggiore

Dopo il crollo di una delle colonnine del tiburio sopra la cupola, altre sono apparse in condizioni preoccupanti

Cresce l’allarme per la basilica di San Michele Maggiore a Pavia, uno dei capolavori dell’arte romanico lombarda. Dopo il crollo nei giorni scorsi di una delle colonnine del tiburio sopra la cupola, altre sono apparse in condizioni molto preoccupanti durante l’intervento di restauro subito avviato. A confermarlo è Vittorio Vaccari, presidente dell’associazione “Il Bel San Michele” che, insieme alla parrocchia, segue i lavori di manutenzione della famosa chiesa pavese nella quale vennero incoronati diversi re, compreso Federico Barbarossa. “La situazione è complessa – sottolinea Vaccari – . Noi che curiamo la basilica, eravamo a conoscenza delle condizioni di criticità del tiburio, con un intervento di restauro già in programma per il futuro. Purtroppo il problema si è rivelato più grave rispetto alle nostre previsioni, ed abbiamo dovuto anticipare i tempi. Osservando il lato sud del tiburio, si può notare che oltre alla colonnina già caduta un’altra risulta totalmente ‘sbrecciata’ e, di fatto, non riesce più a caricare il peso di una mensola che presenta un’incrinatura”. “L’allarme sul tiburio evidenzia il problema della staticità del San Michele – aggiunge Vaccari -: se non sembrano esserci pericoli di crolli importanti, è pur vero che ci sono parti della basilica che si possono staccare come è avvenuto per la colonnina caduta, creando problemi soprattutto all’esterno. Oggi più che mai è necessaria una presa di coscienza della comunità pavese, dalle istituzioni ai cittadini passando per eventuali sponsor privati, sull’importanza di tutelare un gioiello come il San Michele. Già negli anni Settanta era caduta una colonnina dal tiburio: in tale occasione Pavia reagì con una grande partecipazione collettiva. Stiamo parlando di un bene della città, che deve averlo a cuore e fare di tutto per difenderlo”.

(la foto è dell’associazione “Il Bel San Michele”)

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