Addio ad Adelina: grazie al suo coraggio, fu stroncato il racket della prostituzione

Viveva a Pavia. La lotta contro un tumore e per avere la cittadinanza italiana: disperata, si è tolta la vita a Roma

Era disperata dopo che nel suo permesso di soggiorno era stato tolto lo stato di apolide e indicata la cittadinanza albanese. Così Adelina Sejdini (nella foto, ndr), un ex prostituta che ha fatto arrestare i suoi sfruttatori (grazie alle sue rivelazioni sono state arrestate 40 persone e denunciate altre 80: un duro colpo al racket) e che viveva a Pavia, si è recata nei giorni scorsi a Roma dove si è data fuoco in centro. E’ stata soccorsa e trasportata all’ospedale Santo Spirito con gravi ustioni. La donna, su disposizione delle autorità, sarebbe dovuto rientrare a Pavia, ma sabato si è tolta la vita lanciandosi da un cavalcavia ferroviario nella capitale. Sul fatto sono in corso accertamenti da parte della Polizia Ferroviaria di Roma Termini.
Adelina Sejidini, che era anche malata di tumore con frequenti ricoveri in ospedale a Pavia, più volte aveva chiesto di poter ottenere la cittadinanza italiana. Dopo la cancellazione dello stato di apolide e l’assegnazione della cittadinanza albanese (il Paese dal quale proveniva), si è opposta con tutte le sue forze a questa decisione. A suo dire, nella sua nuova condizione avrebbe incontrato enormi difficoltà a vedersi assegnata una casa popolare. Una commissione medica l’aveva anche riconosciuta invalida al 100 per cento: non poteva neanche trovarsi un lavoro.
In preda alla disperazione si è recata a Roma, nonostante le sue precarie condizioni di salute, sperando di poter incontrare qualche rappresentante delle istituzioni. Non riuscendo nel suo intento, prima si è data fuoco e pochi giorni dopo si è suicidata.