Aldo Cazzullo e Piero Pelù raccontano Dante al Castello Visconteo di Pavia

Venerdì 18 giugno, alle 21.30, lo spettacolo "A riveder le stelle"

“Sarà la prima, e sino ad ora unica, tappa lombarda del nostro spettacolo. E sono felice che sia in programma a Pavia, una città alla quale sono particolarmente legato”. Aldo Cazzullo (nella foto, ndr), noto giornalista e scrittore, sarà protagonista la sera di venerdì 18 giugno di uno degli eventi più attesi de “La città come palcoscenico”, la rassegna estiva promossa dall’assessorato alla cultura del Comune di Pavia. Alle 21.30, insieme al cantante Piero Pelù, racconterà Dante, a 700 anni dalla morte del “Sommo Poeta”, nello spettacolo “A riveder le stelle”: uno dei più celebri versi della “Divina Commedia”, ma anche il titolo del libro scritto lo scorso anno da Cazzullo. “L’ho presentato a Firenze, a Palazzo Vecchio, nell’ultimo giorno di apertura prima del lockdown di autunno. Tra il pubblico c’era anche Piero Pelù che, al termine, è venuto a salutarmi. In quell’occasione gli ho chiesto la sua disponibilità a partecipare allo spettacolo che stavamo organizzando, e lui si è subito detto entusiasta”. “A riveder le stelle” è un “percorso” che vede Cazzullo nel ruolo di narratore e Pelù nell’inusuale, per lui, ruolo di lettore, capace di esaltare con il suo accento fiorentino la musicalità dei versi di Dante. “Ma in realtà – spiega Cazzullo – Pelù non si limita a leggere la ‘Commedia’: ne interpreta, in maniera mirabile, anche alcuni personaggi, da Caronte a Ulisse, sino ai diavoli. E canta anche alcune canzoni: ‘L’isola che non c’è’, di Edoardo Bennato, paragonabile al viaggio di Ulisse; ‘Povera Patria’, grande testo di poesia civile di Franco Battiato, in qualche modo imparentato con il sesto canto del Purgatorio dedicato all’Italia”. Musica, versi, parole, immagini: si preannuncia una serata dal forte impatto emotivo. “E’ grazie a Dante che è nata l’identità italiana – spiega Cazzullo -. Un’Italia che nasce dall’arte, dalla bellezza, dalla cultura e dalla lingua. Pensiamo solo a quante espressioni dantesche utilizziamo ogni giorno nel nostro comune parlare: ‘stare fresco’, essere ‘solo soletto’, ‘avere un piede nella fossa’, ‘senza infamia e senza lode’, ‘fare tremare le vene ai polsi’ e, naturalmente, anche ‘a riveder le stelle’ ”.