Pavia, curata con successo giovane paziente affetta da malattia rara

Due interventi chirurgici in pochi giorni al Policlinico San Matteo

Al Policlinico San Matteo di Pavia una giovanissima paziente affetta da sindrome di Loeys-Dietz (LDS), una malattia genetica rara del tessuto connettivo che coinvolge più organi e apparati tra cui il sistema cardiovascolare ed il sistema scheletrico, è stata sottoposta con successo ad un delicatissimo intervento realizzato con una procedura multidisciplinare che ha visto impegnate due équipe, in due operazioni chirurgiche a tre giorni di distanza l’una dall’altra. “Sono più di dieci anni che abbiamo in cura questa giovane paziente: da quando nel 2008 (all’epoca aveva solo quattro anni di età) le diagnosticammo la sindrome di Loeys-Dietz – spiega Eloisa Arbustini, Direttore del Centro Malattie Genetiche Cardiovascolari del San Matteo -. In particolare i pazienti con questa patologia sviluppano dilatazioni arteriose aneurismatiche con rischio di dissezione e rottura aortica anche in età precoce”. Il 9 giugno scorso un dolore improvviso allo sterno e alla spalla sinistra preoccupano i genitori della ragazza che chiamano subito la professoressa Arbustini e partono immediatamente per Pavia. “All’arrivo tutto era pronto – raccontano il papà e la mamma della ragazza -: radiologia diagnostica, cardiochirurgia, radiologia interventistica, chirurgia vascolare, anestesia e rianimazione. La diagnosi fu delle peggiori: complessa lesione da dissezione arteriosa del tratto succlavio, lusorio e aortico. La macchina organizzativa del San Matteo si è messa in moto e tutto è stato studiato e programmato nel minimo dettaglio”. Il trattamento chirurgico tradizionale di queste patologie è gravato da complicanze e da un elevato tasso di mortalità e, nel caso di questa giovane paziente, reso ancora più complesso a causa delle anomalie scheletriche del torace, tipiche di questa patologia. Per questo si è deciso di eseguire l’intervento in due momenti differenti con un approccio multidisciplinare. Quindi, la paziente è stata sottoposta al trattamento dell’arteria lusoria, necessario per mettere in sicurezza questa arteria, difficilmente raggiungibile per via sternotomica, e consentire, così la realizzazione del secondo intervento: la ricostruzione dell’aorta ascendente per via sternotomica. “Ancora una volta il San Matteo ha dimostrato come il lavoro di squadra (chirurghi, anestesisti, infermieri e personale di supporto) sia vincente – dichiarano, Franco Ragni, direttore della UOC Chirurgia Vascolare, e Stefano Pelenghi, direttore della UOC Cardiochirurgia -. L’intervento eseguito non solo ha permesso di aiutare questa giovane paziente, ma rappresenta un ‘first-in-man’ e per tale motivo è stato ‘sottomesso’ ad una importante rivista scientifica”. Il percorso post operatorio è stato tutt’altro che facile, ma la giovane paziente in questi giorni ha lasciato il reparto di Anestesia e Rianimazione II – Cardiopolmonare, diretto da Mirko Belliato, per essere trasferita in un centro di riabilitazione.