La persona al centro della nostra Costituzione

La riflessione del Dott. Gustavo Cioppa, già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia  

E’ soprattutto nei periodi di difficoltà che emergono i valori fondamentali che caratterizzano il modo di essere del sistema-Paese e il loro incidere sui comportamenti del corpo sociale complessivamente considerato. Durante le difficoltà create dal Covid-19 abbiamo potuto sentire con frequenza non proprio abituale invocare importanti valori espressi dalla nostra Carta costituzionale, quasi a cercare un ancoraggio, un conforto o anche semplicemente un riferimento. E la nostra Carta certamente contiene valori destinati ad ispirare la nostra vita di relazione e il rapporto con le istituzioni chiamate a dare applicazione e quindi concretezza a quei valori.

Maturata durante e all’alba di una parentesi storica finita nella tragedia della Seconda guerra mondiale, la comune volontà della grande maggioranza del popolo italiano ha inteso creare le condizioni per non ripeterne gli errori all’interno del Paese e per una pace duratura nelle relazioni esterne. L’Assemblea costituente ebbe il compito di tradurre quella volontà in uno strumento giuridico che ne scolpisse termini essenziali duraturi e soprattutto condivisi. Dalla dialettica che si sviluppò nell’Assemblea, politica anche per il contributo della parte significativa di tecnici, nacquero i frutti migliori che ancora si colgono nella nostra legge fondamentale, base e cemento della nostra democrazia. E il risultato più rilevante realizzato fu dato dalla sinergia sulla condivisione degli obiettivi, tra le tre forze politiche e intellettuali anche molto distanti: la cattolica, la socialista, la liberale. Ognuna di queste componenti offrì un contributo decisivo alla buona riuscita dei lavori, anche sacrificando in parte alcuni punti fermi delle rispettive posizioni politiche e ideologiche pur di realizzare una seria discontinuità rispetto al passato, a conferma che il costruire insieme almeno i principi fondamentali dell’assetto di un Paese non ha alternative ragionevoli. Tale sinergia vale di sicuro a comprendere anche la costante relazione della Costituzione con il concreto sviluppo del Paese, sì da consentire di interpretare al giusto la volontà e le esigenze del corpo sociale. La Costituzione è infatti non è uno strumento statico ma dinamico, un pezzo di carta da far vivere giorno per giorno, come uno spartito musicale, sì da misurare la sua efficacia sulle esigenze che il Paese fa progressivamente emergere e di cui reclama la soddisfazione. Non di questa o quella componente politico-sociale, anche prevalente, ma del Paese nelle sue diverse componenti sociali.

 

 

I principali tratti del disegno costituzionale

 

 

Vediamo, dunque, almeno i principali tratti di questo disegno, varato il 22 dicembre 1947, non a caso precisati soprattutto in termini generali nel capitolo iniziale della Carta dedicato ai Principi Fondamentali.

Anzitutto si afferma il principio democratico, secondo il quale la sovranità appartiene al popolo. A questo principio viene ancorata la forma di governo, l’attribuzione delle competenze normative, la divisione dei poteri: legislativo, esecutivo, giudiziario. Di rilievo è, sulla premessa pur sempre della unità e indivisibilità della Repubblica, la previsione dell’articolazione territoriale delle competenze, con diversa intensità tra Regioni a statuto speciale e Regioni a statuto ordinario. Emerge la rilevanza attribuita alla partecipazione più diretta delle comunità territoriali all’esercizio del potere di governo del Paese, aspetto non certo secondario di un sistema democratico.

Trovano una collocazione significativa i diritti fondamentali della persona, sia come singolo che nelle formazioni sociali, il rispetto della dignità dell’uomo che ne è la principale espressione, senza alcuna differenza quanto a sesso, razza, religione, censo o opinioni politiche, in breve della persona in quanto tale. E non manca il diritto al lavoro e l’onere dello Stato di promuovere le condizioni che ne rendano effettivo l’esercizio e la partecipazione dei lavoratori all’organizzazione politica. Del pari importante é il riconoscimento dell’indipendenza e della sovranità della Chiesa Cattolica e l’attenzione a tutte le altre confessioni religiose. E certo non manca di significato un valore spesso trascurato proprio nei momenti di difficoltà che ne richiedono soprattutto il rispetto: l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. In breve, emerge la centralità dell’uomo, come spesso usavano ricordare i politici dell’epoca.

Né poteva mancare un chiaro riferimento allo sviluppo della cultura e della ricerca, così come all’ambiente e al patrimonio storico e artistico. E del pari all’apertura del nostro Paese alla vita di relazioni internazionali, con l’impegno significativo di conformare il nostro ordinamento giuridico alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute, compreso l’impegno a riconoscere allo straniero il diritto di asilo e in generale il trattamento dovuto in base ai trattati internazionali. Di definitivo rilievo è il ripudio della guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali e il consenso a limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri pace e giustizia (leggi: Nazioni Unite e Unione Europea).

 

 

L’insegnamento per il futuro del Paese

 

 

Questo è dunque il quadro dei principali valori che la nostra Carta costituzionale ha enunciato, insieme a tanti altri che ne segnano specificamente l’applicazione e il completamento. Penso alla rigidità della Costituzione, modificabile solo con procedura solenne,  all’eguaglianza in base a tutti i parametri  imposti da un ragionevole livello di civiltà giuridica, al limite sociale del diritto di proprietà, alla libertà di manifestazione del pensiero, all’indipendenza del giudice rispetto ai poteri legislativo ed esecutivo, al principio di legalità e della tutela giurisdizionale effettiva, alla libertà di impresa, alla libertà d’insegnamento, alle libertà sindacali, al ruolo assolutamente prevalente del Parlamento nei processi normativi, alla Corte costituzionale.

Non è poco ed è ciò che fa della nostra Carta Costituzionale certamente tra le più efficaci e democratiche anche rispetto a sistemi di ben più antica democrazia. Ed è il risultato, vale la pena ripeterlo, in una sinergia costruttiva tra forze politiche e ideologiche molto diverse, che in Assemblea riuscirono a trovare quel necessario punto di sintesi al quale il contesto attuale non riesce neppure ad avvicinarsi.

Il sistema è poi completato da una rete di garanzie e di pesi e contrappesi, che conferma l’idea dell’esigenza che il contributo al rafforzamento dell’assetto democratico sia di tutte le forze e di ciascuna, secondo il modello dell’Assemblea Costituente. Questo è il disegno costituzionale costruito da tutti. Ed è anche l’insegnamento per l’evoluzione futura del Paese.

 

Dott. Gustavo Cioppa

(Magistrato, già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia, già Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia)