di Mirko Confaloniera
E’ costato 6 milioni di euro, doveva rispondere alle esigenze delle società sportive di Pavia che attualmente devono dividersi gli spazi serrati del PalaRavizza, ovvero ospitando campi da pallavolo, pallacanestro, calcio a 5, spogliatoi, infermeria, magazzino, e una tribuna da 600 posti. Tutto molto bello nei progetti, peccato che non sarà così. Il nuovo “PalaCosta” (nella foto), il palazzetto dello sport in costruzione in via Treves adiacente al PalaRavizza (che doveva essere pronto ai primi di settembre e a oggi, 20 ottobre, non è ancora “in consegna”), non avrà il caratteristico campo di parquet, materiale standard e obbligatorio per le partite FIP, bensì il classico “taraflax”. Questo notizia cambia drasticamente la destinazione d’uso del palazzetto una volta che sarà pronto, ma ancora oggi in fase di ultimazione di lavori e che sarà dedicato alla memoria del professor Erardo Costa, recentemente scomparso. Il paradosso è che il professor Costa fu un uomo di basket, ma le due squadre di basket cittadine, la Riso Scotti e la Edimes Sanmaurense, nel futuro “PalaCosta” non ci potranno giocare. E pensare che la dirigenza rossoblu della Pallacanestro Pavia aveva fatto un mezzo pensiero di trasferirsi in questo nuovo impianto: con una media spettatori di 500-600 in serie B2, il “PalaCosta” alle partite casalinghe sarebbe stato sempre “pieno” e avrebbe offerto un catino bollente, sicuramente non dall’impatto mezzo vuoto come risulta ogni domenica in un PalaRavizza da 5.000 posti. Stesso discorso valeva anche per la Edimes Sanmaurense, che milita in serie C, e che può vantare anch’essa un pubblico spesso numeroso e appassionato. Ma se non c’è il parquet… Si consideri, inoltre, che quando il “PalaCosta” fu concepito, era presente al PalaRavizza anche una società di futsal (il Pavia C5), la cui prima squadra all’epoca disputava il campionato di serie B nazionale. Di quel club, però, non rimane più nulla oggi: la società, che ora milita in categorie minori, si è trasferita da tempo fuori Pavia. Resta la pallavolo, ovvero lo sterminato “Universo” (e scusate il gioco di parole…) del volley, che vanta numerose formazioni giovanili, seconde e terze squadre, la cui punta di diamante è rappresentata da una prima realtà che milita in serie B2. Ma, interpellati anche loro, i dirigenti della stanza dei bottoni verdeblù sono stati categorici: “al massimo nel nuovo palazzetto potremmo fare gli allenamenti, ma le partite continueremo a giocarle sul campo centrale del PalaRavizza, perché il PalaRavizza è la nostra casa”. A conti fatti, quindi, a parte gli allenamenti infrasettimanali della Universo in Volley Pavia, gli spalti del “PalaCosta” resteranno sempre tristemente vuoti, se non per ammirare un paio di volte all’anno eventi occasionali come gli open day e le tappe di campionato della Ginnastica ritmica. Sei milioni di euro di contribuenti buttati via, che potevano essere investiti molto meglio, e la sensazione di una mancanza di un coordinamento (magari promosso dagli amministratori comunali?) fra le varie società che gravitano sul PalaRavizza, dove nessuna sa quello che hanno intenzione di fare le altre. E poi a Pavia ci si chiede ancora perché lo sport non raggiunge più i medio-alti livelli di un tempo.






