Delitto di Garlasco: perquisizioni in casa di Andrea Sempio, nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi

In un canale a Tromello si cerca la possibile arma del delitto

Perquisizioni sono state eseguite da questa mattina, mercoledì 14 maggio, a Voghera nella casa di Andrea Sempio, nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, e a casa dei suoi genitori, a Garlasco. Lo si apprende da fonti vicine alle indagini. Sul posto i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano. Le perquisizioni sono coordinate dal procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, dall’aggiunto Stefano Civardi e dalla pm Valentina De Stefano. Andrea Sempio, 37 anni, è indagato nell’ambito di una nuova ricostruzione del delitto di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva, nel 2015, l’ex fidanzato della vittima, Alberto Stasi, attualmente in semilibertà. Le perquisizioni sarebbero finalizzate, tra le altre cose, all’acquisizione di supporti informatici. Sarebbero stati sequestrati telefonini e pc. Controlli in corso oltre che a casa dei genitori di Andrea Sempio, anche di suoi due amici, che, come si leggeva negli atti, frequentavano all’epoca “la casa della vittima”. Sui due giovani gli investigatori avevano già effettuato acquisizioni di materiale biologico per le comparazioni, in vista della consulenza, e anche per le attività dell’incidente probatorio, la cui udienza per i conferimenti degli incarichi è in programma venerdì a Pavia.

Sono in corso controlli anche in un canale a Tromello, comune della Lomellina, alla ricerca di una possibile arma del delitto che secondo un testimone vi sarebbe stata gettata. L’ipotesi è che si tratti di un attizzatoio.

Andrea Sempio, da quanto si è saputo, con a fianco uno dei suoi legali, l’avvocata Angela Taccia, si è mostrato “tranquillo” e ha dato “piena disponibilità” alle attività di perquisizione dei carabinieri.

L’avvocato Francesco Compagna, legale della famiglia di Chiara Poggi, ha dichiarato che “la famiglia Poggi è rimasta ancora una volta basita per quanto sta accadendo. Il nostro ordinamento attribuisce alle Procure un amplissimo potere in fase di indagini ma non per questo gli inquirenti possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo, valorizzando, a distanza di quasi 20 anni, delle ipotesi stravaganti e creando in tal modo i presupposti per una loro immediata diffusione sugli organi di stampa”. “ll rispetto per le persone coinvolte in una così tragica vicenda, e ora nuovamente esposte a sofferenze indicibili -aggiunge l’avvocato Compagna -, richiederebbe a nostro avviso un maggior rigore nella valutazione dei dati probatori e nella tutela della riservatezza degli eventuali accertamenti ritenuti opportuni”. (ANSA)