Tra gli appuntamenti più attesi di BookCity Milano – Anche a Pavia c’è l’incontro con Valerio Magrelli (nella foto), poeta, saggista e traduttore tra le voci più originali della scena letteraria italiana. L’autore sarà protagonista sabato 15 novembre alle 18.30 nella Sala del Camino di Palazzo del Broletto, in dialogo con Flavio Santi, per presentare Exfanzia, il suo ultimo libro di poesia. Il titolo, spiega Magrelli, nasce da un gioco linguistico. “È una falsa etimologia – racconta –. Infanzia deriva da infans, colui che non parla. Io ho immaginato exfanzia come uno stato di espulsione dal linguaggio, come quei dispositivi che catapultano il pilota fuori dall’aereo. È un sabotaggio dell’etimologia normale, e mi piace proprio perché si presta a molte interpretazioni”. La raccolta si presenta come una costellazione di testi, ciascuno autonomo ma legato da una riflessione comune sul linguaggio, sul tempo e sulla memoria. “Un libro di poesia – osserva – non è mai un poema unico, ma un insieme di esperimenti sentimentali, linguistici e cognitivi. Ogni poesia gioca per conto suo, aprendo uno sguardo diverso sul mondo.” Magrelli, che spesso incontra studenti e studentesse nei licei, si dice felice del dialogo con i giovani: “Sono incontri stimolanti, anche se mettono un po’ soggezione. Ma per me la lezione è sempre un dono: la poesia nasce dal confronto, non dalla solitudine.” Non manca una nota dolente quando si parla dello stato di salute della lingua italiana: “Le parole stanno malissimo – afferma –. Sono quotidianamente maltrattate, e io soffro per l’uso scorretto che se ne fa. Faccio un esempio: ricordo i titoli dei giornali che chiamavano “eroe” un uomo morto in un attentato. Ma l’eroe è chi sceglie di sacrificarsi, non chi muore per caso. Tutto è confuso, abusato.” Con Exfanzia, Magrelli invita a riscoprire la precisione e la cura del linguaggio come forma di resistenza civile. Un libro che parla del potere delle parole, della loro fragilità e della loro necessità. “Non bisogna soffrire in silenzio – conclude – di fronte a questi abusi. Difendere le parole significa difendere la nostra umanità”.






