Giovedì 13 novembre, nell’Auditorium di Assolombarda a Pavia, si è aperta ufficialmente la rassegna BookCity in città, organizzata in collaborazione con il Collegio Ghislieri. A inaugurare il programma pavese sono stati Gianrico Carofiglio e Giuseppe Antonelli, protagonisti di un dialogo sul ruolo pubblico del linguaggio. La serata è stata introdotta dai saluti del presidente di Assolombarda Pavia, Tommaso Rossini, che ha ricordato il valore del legame tra cultura e mondo delle imprese. Carofiglio ha ripercorso il lungo lavoro che dedica, da anni, allo studio dei meccanismi attraverso cui le parole diventano strumenti di potere: un’indagine che attraversa saggi come La manomissione delle parole, La nuova manomissione delle parole e, soprattutto, Con parole precise. Manuale di autodifesa civile, appena uscita in una nuova edizione a dieci anni dalla prima pubblicazione. Un percorso che insiste sull’urgenza di vigilare sulla qualità del discorso pubblico, perché – ricorda l’autore – “occuparsi del linguaggio non è un vezzo intellettuale, ma un dovere dell’etica civile”. Le parole, il modo in cui vengono scelte e usate, hanno un impatto diretto sulla capacità di ragionare, partecipare, comprendere. E anche, sottolinea Carofiglio, sull’esercizio del potere e sulla possibilità di non subirlo. L’ex magistrato ha evidenziato come linguaggi volutamente oscuri – quello burocratico e quello legale in particolare – costituiscano “cornici di potere”: sistemi di appartenenza, di autorappresentazione e talvolta di autolegittimazione, costruiti per rendere difficile l’accesso ai non addetti ai lavori. Accanto a lui Giuseppe Antonelli, linguista, docente all’Università di Pavia e voce divulgativa molto seguita, ha offerto la prospettiva dello studioso della storia della lingua italiana.
Laura Rossi
(Nella foto, da sinistra, Tommaso Rossini, presidente della sede di Pavia di Assolombarda, Giuseppe Antonelli e Gianrico Carofiglio)






