Referendum: Cei, “evitare mortificazioni della dignità delle persone”

I quesiti dei cinque referendum dell'8 e 9 giugno

“Evitare mortificazioni della dignità delle persone”. È l’appello del Consiglio episcopale permanente della Cei, riunito a Roma lo scorso 27 maggio sotto la guida del Cardinale Matteo Zuppi, in riferimento al prossimo Referendum e al tema della cittadinanza. I Vescovi, pur riconoscendo l’attuale proposta di riduzione del requisito temporale da 10 a 5 anni, auspicano “una riforma complessiva della legge” e ribadiscono la necessità “di integrare nella pienezza dei loro diritti coloro che condividono i medesimi doveri e valori”. Dal comunicato finale emerge anche un forte richiamo alla situazione delle carceri, definite “un’emergenza che continua a interpellare la società e le comunità ecclesiali”. Viene rilanciato quanto proposto per il Giubileo nel documento “Spes non confundit”: “iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi”. L’invito è a promuovere “la dignità dell’uomo, favorendo nei luoghi di reclusione educazione e riscatto”. (Agensir)

 

I QUESITI DEI CINQUE REFERENDUM

 

L’8 e il 9 giugno 2025 i cittadini italiani sono chiamati a esprimersi su cinque referendum abrogativi. Quattro riguardano il lavoro e uno la cittadinanza. Alle persone si propone di approvare o meno la cancellazione di una legge o di una sua parte. Saranno validi solo se andrà a votare la maggioranza delle persone che hanno il diritto di farlo, cioè almeno una in più della metà, come prevede l’articolo 75 della costituzione. Questa soglia minima di partecipazione al voto è il cosiddetto quorum. Per la prima volta gli elettori fuori sede potranno votare senza dover tornare nella loro città.

 

Il quesito sui licenziamenti illegittimi

 

Nella scheda verde si propone l’abrogazione di uno dei decreti del Jobs act che riguarda il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti introdotto nel 2015. Cancellando il decreto si ristabilisce l’obbligo di reintegro del lavoratore nel suo posto di lavoro in tutti i casi di licenziamento illegittimo. La legge numero 23 del 4 marzo del 2015 è stata oggetto di varie sentenze della corte costituzionale e della corte di cassazione, che hanno stabilito l’incostituzionalità di alcune sue parti o hanno dato interpretazioni restrittive della sua applicazione

 

Il quesito sull’indennità in caso di licenziamento nelle piccole imprese

 

Nella scheda arancione il quesito chiede se si vuole eliminare il tetto massimo all’indennità dovuta ai lavoratori per i licenziamenti illegittimi nelle aziende con meno di quindici dipendenti, consentendo al giudice di determinare l’importo senza limiti predefiniti

 

Il quesito sul contratto a termine

 

Con la scheda grigia i cittadini devono decidere se abrogare alcune norme che stabiliscono quand’è che un’azienda può assumere lavoratori con contratti a tempo determinato e a quali condizioni può prolungare e rinnovare questi contratti. Cancellando le norme in vigore dal 2015 si ristabilisce l’obbligo di una “causale” per i contratti a tempo determinato più brevi di dodici mesi

 

Il quesito sulla responsabilità solidale negli appalti 

 

La scheda rosa è relativa al quesito che chiede l’abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente (cioè chi affida un lavoro in appalto), dell’appaltatore (chi riceve l’incarico di fare il lavoro) e del subappaltatore (chi, in alcuni casi, svolge il lavoro per conto dell’appaltatore) per gli infortuni sul lavoro legati al tipo di attività che svolgono le imprese appaltatrici o subappaltatrici. In termini tecnici si parla di “infortuni derivanti da rischi specifici dell’attività delle imprese”

Cosa significa “responsabilità solidale”

L’espressione “responsabilità solidale” indica che tutti i soggetti coinvolti hanno gli stessi obblighi, per esempio di risarcimento, verso chi subisce un danno di cui sono responsabili. Oggi la responsabilità solidale negli appalti non è prevista. Se dovesse vincere il sì, in caso di infortunio di un lavoratore dovrebbero risponderne anche il committente

 

Il quesito sulla cittadinanza

 

Oggi per avere la cittadinanza italiana le persone maggiorenni nate in un paese esterno all’Unione europea devono risiedere legalmente in Italia per almeno dieci anni. Il quesito posto nella scheda gialla propone di cancellare questa norma per tornare a quella precedente, in cui si stabiliva che gli anni di residenza necessari erano cinque.
Quando si vota

 

Chi andrà a votare riceverà le cinque schede di colore diverso, ognuna con la descrizione della norma che potrebbe essere cancellata in tutto o in parte. Per abrogarla bisogna votare sì, per mantenerla bisogna votare no. Si potrà votare domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. Gli italiani residenti all’estero possono partecipare ai referendum attraverso il voto per corrispondenza.