Consiglio Provinciale di Pavia, polemica sull’orario di convocazione

Il gruppo de "La Casa dei Comuni" diserterà la seduta di martedì 15 aprile

Il gruppo “La Casa dei Comuni” non parteciperà alla riunione del Consiglio Provinciale in programma a Pavia nella giornata di martedì 15 aprile. Le decisione è stata presa in seguito all’orario scelto per la seduta consiliare.

“Esprimiamo profonda amarezza – sottolinea un comunicato del gruppo ‘La Casa dei Comuno’ -. Per la prima volta in mesi di proficua azione politica saremo costretti, anche in protesta con questo metodo di convocazione, a non presenziare al prossimo consiglio provinciale.
Nel nostro gruppo siamo tutti amministratori lavoratori, oltre ad avere ruoli amministrativi importanti ed impegnativi. Abbiamo appositamente chiesto al Presidente che le convocazioni di Consiglio Provinciale avvenissero in orario serale o al massimo nel tardo pomeriggio, la risposta è stata la convocazione alle 14,30 di martedì 15 aprile. Ci sentiamo presi in giro, non comprendiamo come un’assise democratica di tale importanza possa essere convocata in punta di regolamento, senza alcuna condivisione ed in orario lavorativo di un giorno feriale. Probabilmente l’ottima azione d’opposizione che in modo tangibile stiamo portando avanti con il nostro gruppo de ‘La Casa dei Comuni’, chiede approfondimenti, impone maggiori riflessioni e forse arreca qualche disturbo di troppo. Interpellanze, mozioni ed ordini del giorno approvate all’unanimità, che hanno lasciato il segno di un’azione politico amministrativa di qualità e tesa a risolvere problemi annosi di questa Provincia”.
“Anche in questo consiglio erano presenti due interpellanze importanti: sulla viabilità provinciale ed in particolare le criticità del Ponte di Bressana e di Bastida, l’altra in tema dei fatiscenti edifici scolastici ed in particolare la presenza di zecche al Taramelli – continua la nota -. Lasceremo pertanto al Presidente e alla sua maggioranza la rapidissima votazione dei punti, acriticamente, senza noiose discussioni e senza dover perdere altro tempo. Noi rimaniamo convinti che il tempo del confronto, del dialogo, della discussione non può considerarsi tempo perso perché è il tempo della democrazia. La nostra assenza quindi per dire no ad un’atto d’arroganza politica che ci auguriamo non abbia più a ripetersi, nell’interesse delle nostre comunità e della nostra Provincia”.