Rete Antiviolenza di Pavia: sottoscritto il protocollo integrativo. Nuovi percorsi a tutela delle donne per l’indipendenza economica

L’ingresso nella rete di nuovi attori istituzionali come l’IRCCS Fondazione Istituto Neurologico Mondino e l’Ordine degli Psicologi della Regione Lombardia, ma anche un nuovo percorso di inserimento lavorativo studiato ad hoc grazie al Centro per l’Impiego della Provincia di Pavia, a supporto dell’inserimento/reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza.
Sono alcune delle novità della sottoscrizione dell'”Integrazione del Protocollo d’intesa per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne” avvenuta nella mattinata di martedì 27 giugno in comune a Pavia, alla presenza dell’assessore alla partita Mara Torti e di diversi esponenti dei 33 enti che fanno parte della Rete Interistituzionale Territoriale Antiviolenza di Pavia. L’integrazione ounta quindi ad una attenzione ancora maggiore nei confronti delle donne vittime di violenza e punta, grazie all’operato dei Centri per l’Impiego (che al momento risultavano non compresi nel percorso), all’acquisizione dell’autonomia delle donne, in quanto passo decisivo per la fuoriuscita da situazioni di violenza.
“Un aspetto rilevante è poi quello economico – ha sottolineato l’assessore Mara Torti -: i servizi offerti dai centri antiviolenza e dalle case rifugio/strutture di ospitalità sono erogati a titolo gratuito per le donne e vengono coperti da finanziamenti esterni per lo più regionali e da oneri a carico dei Comuni. Occorre da questo punto di vista arrivare ad una maggiore stabilità di accesso alle risorse a favore dei centri antiviolenza che, se non sono adeguatamente finanziati, possono vedere compromessa la loro attività”.
“Nel 2022 sono state 397 le donne accolte dal centro Liberamente di Pavia – ha precisato Paola Tavazzi, che dirige il centro antiviolenza cittadino – e da gennaio a giugno di quest’anno siamo a 187. Il 70% sono donne italiane, il restante riguarda donne migranti. E’ in abbassamento anche l’età in cui una donna subisce violenza, abbiamo anche casi di minori e un caso di incesto. Non è una questione di emergenza, ma un fenomeno che c’è sempre stato ma con il tempo diventa più complesso e la violenza più efferata. E’ fondamentale avere una rete perché intervenire ed aiutare non è mai facile”.