Frode da 100 milioni scoperta dalla Guardia di Finanza di Pavia: 13 arresti in tutta Italia

Tredici arresti e ventidue perquisizioni in tutta Italia, 100 milioni di euro sottratti all’Iva, fatture false emesse per 400 milioni di euro e un danno all’erario di 700mila euro al giorno; e poi, case, automobili, gioielli e lusso sfrenato, compreso il noleggio di uno yacht da 15 mila euro al giorno. Sono i dettagli da capogiro dell’operazione “Fuel Discount” della Guardia di Finanza di Pavia, che ha visto coinvolti cento finanzieri con unità cinofile ed elicotteri: gli arresti ed i sequestri sono stati eseguiti all’alba di oggi, lunedì 3 febbraio. La cosiddetta “frode carosello” messa in luce sarebbe stata perpetrata in uno dei settori industriali più a rischio, quello dei prodotti petroliferi, e sarebbe avvenuta non solo a danno dell’erario nazionale, ma anche di tutte le imprese che operano nel rispetto della legge e nell’ambito delle regole di libera e leale concorrenza di mercato. L’organizzazione sgominata contava, tra i suoi sodali, anche persone vicine agli ambienti della camorra e della criminalità romana, in particolare alla nota famiglia dei Casamonica. 
Ad insospettire le Fiamme Gialle pavesi era stato, già nel gennaio 2019, il continuo transito di autocisterne contenenti idrocarburi dirette ad un deposito con sede a Vigevano (Pavia), riconducibile a una società di Milano. L’indagine, culminata come detto con l’arresto di 13 soggetti (7 finiti in carcere e 6 agli arresti domiciliari, in manette è finito anche un commercialista della provincia di Pavia) accusati di associazione a delinquere, falso in bilancio e autoriciclaggio, è stata coordinata dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dal sostituto procuratore Alberto Palermo e ha toccato diverse città e regioni italiane: oltre che Pavia, le indagini hanno coinvolto anche Milano, Brescia, Roma, Treviso e Verona, dove avevano sede operativa i due più importanti acquirenti che poi vendevano gli idrocarburi direttamente ai distributori. Gli artefici della frode, infatti, stando alle accuse, avrebbero acquistato il prodotto da operatori con sede in Repubblica Ceca, Cipro, Croazia, Romania e Slovenia; poi, grazie ad un giro di fatture false complessivamente quantificato in oltre 400 milioni di euro, riuscivano a rivenderlo a diversi clienti sparsi sul territorio nazionale o a metterlo in consumo attraverso distributori stradali gestiti direttamente da loro in Piemonte, Veneto e Lombardia a prezzi molto più convenienti rispetto a quelli di mercato. Nella foto, da sinistra, il procuratore capo di Pavia, Giorgo Reposo, il procuratore aggiunto Mario Venditti e il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Luigi Macchia. (Si.Ra.)