La Sacra Scrittura di domenica 26 gennaio

Divisioni. Fuori dai nostri confini: abbiamo pregato in questi giorni per l’unità dei cristiani, per essere “un solo gregge guidato da un solo pastore (Cristo!)”. Dentro i nostri steccati: gruppi e associazioni, movimenti e parrocchie. Per non dire – effetto matrioska – negli stessi gruppi o movimenti o parrocchie. Dividere: la parola già ci riporta a diavolo (“diaballo” in greco significa dividere) e ci richiama, per contrasto, l’azione dello Spirito Santo: fa unità dalla e nella diversità. Alla divisione, azione diabolica per eccellenza: tutto distrugge, si aggiunge il bisogno, tutto umano, di affermare se stesso: io sono. All’orecchio fine e attento tornano subito in mente le parole del roveto ardente a Mosè: Io Sono. Solo che quelle parole sulla bocca di Dio vanno nella direzione dell’amicizia, dell’accompagnare, del condividere: Io Sono Colui che è con Te come lo sono stato con Abramo, Isacco… Io sono sulle mie labbra ha invece il sapore dell’affermazione: io valgo più di te. Io ho capito non tu. Io faccio bene non tu. Mi verrebbe da richiamare le celebri parole di San Paolo VI: “il fumo di Satana è entrato nella Chiesa”, parole che non dovrebbero meravigliare i credenti i quali hanno la consapevolezza che tutto ciò che l’uomo tocca si sporca con il peccato. Come reagire a questo? Con la “teologia del lamento”. Non capiscono niente. Non fanno proposte adeguate. Non sanno coinvolgere. Troppo aperti (o troppo chiusi). Attenzione però: la teologia del lamento spesso nasce dallo stare alla finestra e diventa un modo elegante per nascondere la propria accidia. Si appoggia alla tradizione (abbiamo sempre fatto così) per non rischiare nulla, per non perdere privilegi e per conservare posti di prestigio e di comando: del resto già lo sapevano gli antichi meglio primi nel proprio villaggio che secondi a Roma. Superare le divisioni è azione dello Spirito. Essere consapevoli della propria fragilità e del proprio limite è opera dello Spirito. Proporre e non piangere è opera dello Spirito. Già lo Spirito Santo. Vi lascio con una provocazione di un amico protestante su cui ogni tanto rifletto: «Voi cattolici, nelle vostre preghiere e nella vostra devozione, avete sostituito Dio Spirito Santo, del quale la Bibbia parla in abbondanza, con una creatura, la Madonna, della quale la Bibbia parla poco, visto che pregate molto più lei di Lui; ed anche le ricorrenze del vostro calendario liturgico annuale lo confermano, viste le numerose feste e solennità dedicate a lei e l’unica dedicata a Lui, la Pentecoste più (ironico) un terzo della domenica dedicata alla Santissima Trinità». Vieni Santo Spirito.

 


Don Michele Mosa