Riflettere sul presente del sistema penitenziario italiano, senza dimenticare le radici e i maestri che ne hanno tracciato la via. Con questo spirito nasce il convegno “Per una esecuzione penale secondo Costituzione. 50 anni dall’approvazione della legge di ordinamento penitenziari”, in programma a Pavia mercoledì 3 dicembre (Aula Foscolo, Università di Pavia) e giovedì 4 dicembre (Aula Magna del Collegio Ghislieri). Un appuntamento che rappresenta un duplice omaggio: alla legge penitenziaria del 1975, che ha provato a coniugare la pena con la dignità della persona, e alla memoria di Vittorio Grevi, uno dei protagonisti della storia del diritto penale italiano, a quindici anni dalla sua scomparsa. L’iniziativa è curata da Laura Cesaris e Paolo Renon. “Il convegno nasce dal desiderio del professor Renon e mio di ricordare il professor Vittorio Grevi” , spiega Cesaris. “Questa ricorrenza, unita ai cinquant’anni dell’ordinamento penitenziario, ci ha spinto a organizzare un momento corale di riflessione su un sistema che Grevi ha profondamente contribuito a strutturare”. Non è un caso che proprio a Pavia, nel 1975, venne istituita la prima cattedra italiana di diritto dell’esecuzione penale, affidata a Grevi, già alunno del Collegio Ghislieri e protagonista di un’intensa attività accademica e scientifica con l’ateneo pavese. Tra i temi: i diritti delle persone detenute, le misure alternative, l’evoluzione del quadro normativo, il ruolo della giurisprudenza costituzionale ed europea, il legame tra pena, società e cittadinanza. Il dibattito partirà anche dai nodi più critici dell’attualità: “Il sovraffollamento è un’emergenza drammatica» osserva Cesaris, «e le scelte di politica criminale degli ultimi anni, tra nuove fattispecie e aumento delle pene, fanno crescere inevitabilmente la popolazione detenuta”. Particolare attenzione verrà riservata alla condizione delle donne in carcere: “Le recenti modifiche sul differimento di pena per le madri con figli piccoli destano seria preoccupazione” sottolinea Cesaris, “con il rischio di un aumento dei bambini che vivono negli istituti di pena”. Il convegno sarà anche un’occasione per guardare oltre i confini nazionali: “Non possiamo ragionare soltanto all’interno del nostro Paese” aggiunge. “Corti straniere hanno negato estradizioni verso l’Italia proprio per le condizioni dei nostri istituti. I 73 suicidi registrati quest’anno, più altri casi tra il personale, impongono domande urgenti sulla qualità della vita in carcere”. “Proveremo a fare un bilancio e a proporre qualche prospettiva nuova” conclude Cesaris.
Laura Rossi
(Nella foto il Collegio Ghislieri di Pavia)







