La Procura di Pavia ha concluso gli accertamenti genetici sul “DNA ignoto” trovato 18 anni fa su una garza usata per un prelievo dalla bocca di Chiara Poggi, la 26enne vittima del delitto di Garlasco avvenuto il 13 agosto 2007 in via Pascoli. Le analisi dei consulenti Carlo Previderè e Pierangela Grignani hanno evidenziato che il Dna maschile potrebbe derivare da una contaminazione avvenuta durante precedenti autopsie, individuando un possibile “match” con un soggetto indicato dal codice anonimo 153E. Per approfondire le cause della morte, la Procura ha incaricato anche l’antropologa e medico legale Cristina Cattaneo. Viene ribadito che solo le comunicazioni ufficiali della Procura sono attendibili.
Ecco il testo integrale del comunicato diffuso oggi, martedì 12 agosto 2025, dalla Procura di Pavia:
“A seguito del rinvenimento di un profilo genetico sconosciuto su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici. Tali verifiche comparative, non previste nell’ambito dell’incidente probatorio, sono state effettuate dai genetisti Prof. Carlo Previderè e Dr.ssa Pierangela Grignani, CT del P.M., al fine di evitare eventuali indagini su terzi soggetti. La decisione è stata presa per consentire di concentrare gli accertamenti peritali, affidati alla genetista forense, Dott.ssa Denise Albani, il cui operato ha ricevuto unanime riconoscimento da tutte le parti coinvolte per la serietà e la metodologia adottata, sul materiale rilevato.
I consulenti del P.M., Prof. Previderè e Dott.ssa Grignani, hanno comunicato in estrema sintesi quanto segue: ‘Vagliando, di concerto con la Procura della Repubblica di Pavia, la possibilità che tale profilo aplotipico fosse stato originato da una contaminazione involontaria nell’ambito dell’esame autoptico prodotta dall’utilizzo di un supporto non sterile, nello specifico una ‘garza’, e/o di una pinza utilizzata per ‘trattenere’ tale garza ed eseguire il prelievo nel cavo orale, sono stati selezionati i preparati istologici relativi a cinque soggetti di sesso maschile sottoposti ad autopsia in un lasso temporale prossimo all’esame autoptico condotto sulla salma di Chiara POGGI. La comparazione dei profili aplotipici parziali ottenuti dai tessuti biologici relativi ai cinque soggetti di sesso maschile sopra elencati rispetto al reperto 335283-114472 ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E. Tale dato, in questa forma incompleta, è suggestivo della provenienza del materiale biologico maschile di cui al reperto 335283-114472 dal soggetto identificato dal codice 153E’.
Per garantire poi una valutazione più ampia degli elementi raccolti, sia in sede medico-legale sulla vittima, sia sul luogo del delitto, la Procura ha incaricato come ulteriore consulente del Pubblico Ministero la Prof.ssa Cristina Cattaneo, Professore Ordinario del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, figura di riferimento nel campo dell’antropologia e medicina legale.
Si ribadisce da ultimo che ogni dichiarazione o riferimento alla Procura di Pavia, in assenza di comunicazioni ufficiali, è da ritenersi privo di fondamento”.