“L’elezione del nuovo Papa nell’obbedienza allo Spirito”

L'intervento di Mons. Corrado Sanguineti, Vescovo di Pavia

di MONS. CORRADO SANGUINETI*

Premetto che l’elezione di un nuovo pontefice non è una semplice operazione elettorale: è un atto ecclesiale. Non si tratta di scegliere un semplice leader, anche religioso, o un amministratore di una grande istituzione, ma di eleggere colui che è chiamato a essere, come successore dell’apostolo Pietro, custode dell’unità ecclesiale e garante della fede apostolica. Il Papa non è un monarca assoluto, è servo della Chiesa, nell’obbedienza alla Parola di Dio e alla tradizione apostolica, alla sapienza del Magistero dei suoi predecessori e della Chiesa tutta. Per me e per chi è credente, l’elezione di un nuovo Papa è un atto che si realizza nell’obbedienza allo Spirito e quindi questi sono giorni di preghiera con cui accompagnare l’opera di non facile discernimento dei cardinali.

Mi ritrovo in quello che ha affermato in una recente intervista l’arcivescovo di Milano Mario Delpini: la figura che mi aspetto e di cui la Chiesa ha bisogno è quella di “un pastore che aiuti i cristiani a credere” e a vivere la fede, che faccia crescere “una Chiesa lieta, libera e unita”, che sostenga e animi la missione evangelizzatrice. Perché compito della Chiesa non è risolvere i problemi del mondo, ma è rendere presente l’annuncio e la testimonianza di Cristo, come sorgente di salvezza e di vera novità nella storia. A partire da qui, la Chiesa partecipa delle sofferenze e delle prove che vive l’umanità – il dramma delle guerre, la crescita di disuguaglianze sempre più forti nel mondo, lo sfruttamento dissennato delle risorse naturali e la necessità di promuovere un’ecologia integrale, dell’uomo e dell’ambiente, la confusione sullo statuto e il volto dell’uomo e della sua natura, il dramma dei migranti e delle folle dei poveri, la crisi di una cultura a favore della vita nascente e fragile – e collabora con gli uomini e le donne di buona volontà, con chi ha a cuore il bene e il destino dell’umanità e della nostra “casa comune”. Ma il primo tesoro che la Chiesa è chiamata a custodire e a condividere è la vita nuova in Cristo, la fede, la speranza e la carità, la certezza della vita eterna in Dio.

In questa prospettiva, il Papa è chiamato a essere padre e pastore, testimone della verità e della misericordia di Cristo, vicino al suo popolo e aperto all’incontro con ogni uomo: ogni Papa che ha segnato il cammino della Chiesa in questo scorcio di storia, ognuno con il suo temperamento, è stato così, tutti grandi e tutti diversi, e ognuno ha portato avanti l’opera dei suoi predecessori in una linea di continuità creativa, dando ciascuno il suo originale contributo di pensiero e di azione, di vita e di testimonianza. Pertanto, chi succederà a Francesco non sarà e non deve essere una copia di Francesco, come Francesco non è stato una copia di Benedetto XVI e Benedetto XVI non è stato una copia di Giovanni Paolo II, sarà lui stesso: l’importante è che sia un uomo innamorato di Cristo, servo umile e appassionato della Chiesa, pastore che sente il desiderio di entrare in contatto diretto con gli uomini e le donne di oggi, riconoscendo e valorizzando ciò che lo Spirito genera e fa crescere nel popolo di Dio e tutti i semi del Regno che maturano nelle fatiche e nelle contraddizioni della storia.

Immagino che per arrivare a una decisione ponderata e concorde, occorra tempo, riflessione e molta preghiera, e sicuramente già in questi giorni delle Congregazioni Generali, i cardinali hanno avuto modo di ascoltarsi, di confrontarsi, di mettere a fuoco i bisogni della Chiesa e del mondo, per disegnare il profilo di Papa corrispondente. Circa la scelta della persona e l’arrivare all’elezione, durante il Conclave si prenderanno il tempo necessario: è un fatto che gli ultimi Conclavi siano stati tutti abbastanza brevi. Ma è bene non fare previsioni e non esercitare nessuna “pressione” da parte dei mass media né sui tempi né sull’agenda del futuro Pontefice. L’atteggiamento più giusto, per chi crede, è la preghiera intensa e fiduciosa allo Spirito, e per chi non condivide la fede cristiana, è un’attenzione piena di rispetto. Lasciamo ad altri il “toto-papa” o le curiosità vane e vuote.

*Vescovo di Pavia

(Articolo pubblicato sul quotidiano “La Provincia Pavese” di mercoledì 7 maggio)

Ripubblichiamo il testo corretto e orginale: per qualche ora e per errore, infatti, è stato pubblicato un testo non corretto.