“Giornata nazionale delle cure palliative”: l’impegno dell’Associazione pavese “Lino Sartori”

Da oltre 30 anni è un punto di riferimento per i pazienti inguaribili, seguiti a casa, e le loro famiglie

Da oltre 30 anni è un punto di riferimento costante per le famiglie dei pazienti con malattie inguaribili che hanno il diritto di vivere con dignità la parte conclusiva della vita, a casa e circondati dall’affetto dei loro cari. Il ruolo dell’Associazione pavese per la cura del dolore “Lino Sartori” merita di essere sottolineato in occasione di un’importante ricorrenza: oggi, sabato 11 novembre, giorno della festa di San Martino, è infatti la “Giornata nazionale delle cure palliative”. Il collegamento sta nell’etimologia del termine latino “pallium”, che significa mantello, simbolo di protezione, da cui deriva la dicitura “palliative” per indicare le cure rivolte ai malati inguaribili. La leggenda racconta che Martino, quando era ancora un soldato, non esitò a tagliare con la spada il suo mantello per donarne una metà ad un povero viandante. E’ lo spirito con cui opera la “Lino Sartori”. “Ci siamo sempre mantenuti indipendenti e onesti – sottolinea il presidente Lieto Sartori, figlio di Lino a cui è stata intitolata l’Associazione -. Se ci va riconosciuto un merito, è quello di avere intercettato un bisogno della società”. Alcuni numeri evidenziano bene la presenza dell’Associazione, accreditata presso l’Ats di Pavia. In 32 anni di attività, tra il 1990 e il 2022, sono stati 8.550 i pazienti assistiti a domicilio, gratuitamente, in tutta la provincia di Pavia. La durata media dell’assistenza è di 50 giorni per le cure palliative e 30 per l’assistenza domiciliare integrata. La “Giornata nazionale delle cure palliative” è un’occasione per sottolineare, anche a livello culturale, l’importanza di questo servizio. “E’ un tema sul quale si riscontra ancora, purtroppo, troppo pressapochismo – afferma Pietro Verni, direttore sanitario della ‘Lino Sartori’ -. Si continua a fare confusione tra malati ‘incurabili’ e ‘inguaribili’: questi ultimi, di cui noi ci occupiamo, hanno un’aspettativa di vita che spesso arriva sino a un anno.  Le cure palliative non allungano né accorciano l’esistenza, ma hanno l’obiettivo di far vivere nel miglior modo possibile una persona con un buon controllo sintomatologico”.

(Nella foto, da sinistra, Lieto Sartori e Pietro Verni)

 

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