Fusione Camere di Commercio: le associazioni di categoria dicono NO a Pavia con Mantova e Cremona

Hanno consegnato una lettera al Commissario Merlino indirizzata al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana

Ancora un tentativo per evitare l’accorpamento tra la Camera di Commercio di Pavia, di Mantova e di Cremona. Il NO secco alla fusione con le consorelle mantovane e cremonesi arriva dalle Associazioni di categoria pavesi e dalle principali sigle sindacali che hanno deciso di scrivere una lettera e farla arrivare direttamente nelle mani del Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, a cui verrà presto consegnata dal Commissario Straordinario dell’ente camerale pavese Giovanni Merlino.
Nella mattinata di martedì 2 agosto le Associazioni di Categoria si sono ritrovate proprio alla Camera di Commercio Pavese per siglare la missiva, nella quale si condivide il principio della riforma camerale (con le aggregazioni delle Camere di minore dimensione) ma si boccia l’accorpamento tra Pavia, Mantova e Cremona: “Non è possibile riunire insieme tre realtà socio-economiche ed amministrative che non hanno contiguità territoriale – scrivono nella missiva i firmatari -, l’attività della Camera è in funzione al territorio che asserve e Pavia, Cremona e Mantova differiscono. La soluzione sarebbe stata un accorpamento della Camera di Pavia con quella di Lodi: territori contigui, serviti da infrastrutture, similari sotto il profilo produttivo, con numerose relazioni socio-econmiche”. Lodi aveva poi scelto l’accorpamento con Milano, privando Pavia del suo partner ideale in questa partita.
Di fatto, numerose sono le ragioni a sostegno del NO: Pavia e Mantova distano circa 150 chilometri in linea d’aria, due ore di viaggio con mezzi (se si pensa all’Oltrepò i chilometri diventano 200 per 3 ore di percorrenza); ci sono due differenti Tribunali delle Imprese: Milano per Pavia e Brescia per Cremona e Mantova (idem per il Tar). E, dettaglio non da poco, differenti situazioni patrimoniali e finanziarie: “La Camera di Pavia è sempre stata un ente virtuoso – prosegue a lettera – vantando un patrimonio netto di circa 28,8 milioni ed una liquidità di circa 27,7 milioni con una dotazione organica di personale ridotta ai minimi termini pari a 33 dipendenti e 9 nell’Azienda Speciale. Quest’anno erogherà interventi economici a favore del tessuto economico pavese per circa 4,3 milioni di euro”.
Tra i numerosi firmatari della missiva, anche numerosi ordini professionali, Coldiretti Pavia, CNA, Commercianti, CGIL, CISL e UIL, Assolombarda.