Gli studenti del Taramelli-Foscolo di Pavia hanno incontrato lo scienziato Federico Faggin

La lezione dell'inventore del microprocessore: "Ciò che fa la differenza è la coscienza"

“La scienza oggi non ha capito niente della coscienza, ovvero dell’esperienza senziente che ci differenzia dalle macchine. Cari ragazzi, non fatevi ingannare da chi ci vuole paragonare alle macchine: così facendo smettiamo di credere nel nostro infinito potenziale, quello che abbiamo dentro di noi”.
Federico Faggin, inventore del microprocessore e definito a livello mondiale “L’uomo che ha inventato il presente”, ha incontrato nella mattinata di giovedì 5 maggio gli studenti del Taramelli-Foscolo nell’aula magna del Liceo classico pavese, folgorando letteralmente la platea giunta per ascoltarlo. Con un linguaggio semplice e alla portata di tutti, il fisico, imprenditore e inventore premiato persino alla Casa Bianca da Barack Obama in persona per sue scoperte in campo tecnologico, ha illustrato la sua esperienza sia di vita che professionale ma ha anche squarciato un velo sul rapporto scienza-spiritualità e per certi versi anche scienza-filosofia e scienza-religione. Due ore intense durante le quali Faggin, presentato dalla dirigente del Liceo Taramelli-Foscolo Silvana Fossati e da Nicola Procaccio di Intel, ha spiegato agli studenti come sia impossibile accontentarsi delle spiegazioni scientifiche di oggi per capire quale ispirazione vitale muove da sempre l’uomo: “Ciò che fa la differenza è la coscienza – ha detto il fisico, classe 1941 e nato a Vicenza, naturalizzato americano -. L’uomo è formato da testa, pancia e cuore ed è proprio quest’ultimo a dettarci la giusta direzione, ma non solo. La coscienza, che io ritengo preesistente ad ogni uomo, è l’aspetto generativo della realtà che viviamo nel presente e, come sostengono diverse religioni, ci permette di non morire mai; muore il nostro corpo mortale ma non la coscienza che esiste prima di esso”.