33 anni fa il crollo della Torre Civica di Pavia: “Una ferita che non si rimargina”

La cerimonia in Piazza Duomo con il ricordo delle 4 vittime

“Oggi per Pavia è un giorno di lutto: la ferita del crollo della Torre Civica, la morte di 4 persone e il ferimento di altre 15 rimane per tutti noi una ferita che non si è mai rimarginata e mai si sanerà”.
Così il sindaco di Pavia, Mario Fabrizio Fracassi, alla cerimonia di ricordo del 33esimo anniversario del crollo della Torre Civica svoltosi nella mattinata di giovedì 17 marzo alle ore 11, alla presenza delle autorità cittadine e di tanti pavesi giunti in piazza Duomo. Presenti, tra gli altri, anche il sindaco di San Genesio Giuseppe Tessera e gli assessori Pietro Trivi e Roberta Marcone.
Dopo la benedizione da parte di Mons. Luigi Pedrini, vicario generale della Diocesi di Pavia (“Siamo qui per non dimenticare che la benedizione è un atto di fede che ci ricorda come il Signore abbia vinto la morte aprendo strade di speranza e di pace in ogni situazione, anche nella disperazione”), il sindaco Fracassi ha ricordato il dramma di quel terribile 17 marzo del 1989 e la scomparsa di Adriana Uggetti e Barbara Cassani, le due ragazze di 18 e 17 anni di San Genesio; Giulio Fontana di 76 anni, proprietario dell’albergo Regisole; Pia Casella Comaschi, l’edicolante di 52 anni di piazza Duomo: “Abbiamo i cuori pensanti in questi giorni con il dramma della pandemia e quello della guerra in Ucraina, con i profughi che arrivano qui stremati fuggendo dalla loro terra. Oggi il nostro cuore pesa un pochino di più: riviviamo un momento tragico della storia di Pavia e della nostra identità”.
“Ricordiamo e portiamo nel cuore la memoria di questa ferita – ha detto il sindaco di San Genesio Tessera -. Siamo certi che impegnandoci tutti per la tutela della sicurezza di ogni cittadino ricorderemo chi è mancato per il crollo della Torre a Pavia”.
Presente anche Sandro Bruni, sindaco di Pavia proprio quando la torre cedette schiantandosi in piazza Duomo: “Ne approfitto per lanciare un messaggio forte, proprio da qui: vorrei che Pavia si proponesse come città della pace, dello stare insieme in modo civile e propositivo. Siamo gente capace di reagire alle sciagure, capace di rialzarsi. Siamo gente dal cuore grande, siamo sempre pronti a dare una mano: uniti davvero potremmo essere la città della Pace”.